Ci sono esperti di intelligenza artificiale che guadagnano più dei calciatori

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Ci sono esperti di intelligenza artificiale che guadagnano più dei calciatori

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La chiamano “The List” ed è uno dei progetti a cui Mark Zuckerberg, il capo di Meta, ha lavorato negli ultimi mesi. È una lista dei migliori programmatori e ricercatori al mondo nel campo delle intelligenze artificiali, che lavorano perlopiù per OpenAI e Google.

O meglio, lavoravano, perché molti di loro sono stati assunti proprio da Meta dopo una dispendiosa campagna di assunzioni con cui l’azienda, nelle scorse settimane, è riuscita a sottrarre alla concorrenza alcuni dei professionisti più contesi del settore tecnologico offrendo stipendi senza precedenti nel settore.

Secondo un’inchiesta del Wall Street Journal, Zuckerberg ha contattato personalmente molti di questi ricercatori facendo loro offerte che in alcuni casi hanno raggiunto i 100 milioni di dollari per il primo anno di impiego. A giugno, Sam Altman, capo di OpenAI, aveva detto in un’intervista che Zuckerberg aveva contattato molti suoi dipendenti, precisando che «nessuno dei miei migliori» aveva accettato l’offerta di Meta.

Nelle settimane successive, però, l’operazione di Meta ha cominciato a dare risultati. All’inizio di luglio ha assunto più di dieci persone provenienti da OpenAI e Google DeepMind (la divisione di Google che si occupa di intelligenza artificiale), tra cui alcuni dei ricercatori e programmatori responsabili di modelli molto avanzati, come GPT-4o di OpenAI.

Molti dei membri della lista stilata da Zuckerberg hanno tra i venti e i trent’anni, si conoscono tra di loro, hanno lavorato per le stesse aziende e studiato nelle stesse università (come Berkeley, Stanford, Carnegie Mellon e il MIT). Negli ultimi anni si era diffusa l’idea che Meta, in modo simile ad Apple, fosse rimasta indietro nelle AI, e lo scorso febbraio il sito The Information aveva riportato che i primi tentativi dell’azienda di assumere personale specializzato nel settore erano falliti. «Nemmeno Meta riesce a pagare abbastanza il talento AI», scrisse il sito The Verge.

Ma nel corso di pochi mesi la quantità di soldi che le principali aziende sono disposte a investire per convincere i maggiori esperti internazionali a lavorare per loro è aumentata sensibilmente, anche perché c’è un problema di scarsità. Secondo un’indagine della rivista Fortune, in tutto il mondo ci sarebbero meno di mille persone dotate delle qualifiche necessarie a costruire i modelli linguistici più avanzati.

A rendere questo mercato ulteriormente competitivo è il fatto che non tutti gli specialisti possono lavorare negli Stati Uniti o in Occidente. Fino a qualche anno fa, infatti, le aziende tecnologiche statunitensi impiegavano professionisti da tutto il mondo, Cina compresa, ma la recente guerra commerciale tra Cina e Stati Uniti ha reso sempre più difficile per le aziende americane assumere esperti cinesi. Più recentemente, inoltre, le aziende tecnologiche cinesi, col sostegno del governo, hanno cominciato a investire per creare un settore AI indipendente e sempre più avanzato, trattenendo sempre più esperti di AI nel paese.

A subire le conseguenze più immediate sarà soprattutto OpenAI, che deve evitare di perdere altro personale di rilievo. Secondo il sito The Information, quest’anno l’azienda prevede di spendere 6 miliardi di dollari in compensi azionari e un altro miliardo e mezzo in retribuzioni monetarie, nel tentativo di convincere il suo personale a rimanere nell’azienda.

In questi giorni Altman ha criticato il metodo scelto da Zuckerberg per le sue assunzioni e ribadito il fatto che, nel lungo termine, le azioni di OpenAI saranno più profittevoli di quelle di Meta. È un punto importante perché parte delle offerte economiche fatte da queste aziende includono pacchetti azionari. Ciò nonostante, la strategia di Meta sembra funzionare anche in questo senso, visto che il titolo in borsa del gruppo ha registrato un forte aumento proprio nei giorni in cui le assunzioni nel campo delle AI sono state rese pubbliche.

Sempre a giugno, Meta aveva annunciato un investimento da 14,3 miliardi di dollari in Scale AI, un’azienda specializzata nell’analisi e annotazione dei dati che vengono usati per sviluppare i sistemi di AI. Con questa operazione, Meta ha ottenuto il 49 per cento delle quote di Scale AI e assunto il suo fondatore, Alexandr Wang, che è a capo di un nuovo team voluto fortemente da Zuckerberg, che si occuperà di sviluppare quella che l’azienda ha definito «superintelligenza».

L’investimento di Meta in Scale AI è un esempio di un tipo di operazione sempre più diffusa nel settore tecnologico, detta acqui-hire (una crasi tra “acquisition” e “hire”, ovvero “acquisizione” e “assunzione”), in cui un’azienda ne acquisisce un’altra con l’obiettivo di assumerne il personale.

La scorsa settimana, Google ha stretto un accordo simile con Windsurf, una società che ha sviluppato un’AI in grado di generare codice informatico, su cui ha investito 2,4 miliardi di dollari. In seguito a questo investimento, i due co-fondatori di Windsurf sono stati assunti da Google DeepMind. Anche in questo caso, a rimetterci è stata OpenAI, che aveva già fatto una proposta di acquisizione di Windsurf, con cui però poi la trattativa si era arenata.

A competere per il talento sono anche startup meno note, che sono riuscite a ottenere enormi investimenti nonostante non abbiano ancora un prodotto o un team di lavoro. Ad attirare questi investimenti sono spesso i loro fondatori, nomi noti del settore che in molti casi provengono proprio da OpenAI. È il caso di Thinking Machines, fondata a inizio anno da Mira Murati, ex direttore tecnico di OpenAI, che ha appena raccolto due miliardi di dollari di investimenti iniziali, ma anche di Safe Superintelligence, fondata dall’ex dirigente di OpenAI Ilya Sutskever, che ha già raggiunto una valutazione di 32 miliardi. Nessuna delle due aziende ha ancora un prodotto disponibile.

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