Chiacchiere e detersivo. Manfredi cancella il piano su Bagnoli proprio mentre dice di applicarlo

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Chiacchiere e detersivo. Manfredi cancella il piano su Bagnoli proprio mentre dice di applicarlo
(disegno di marta fogliano)

Bagnoli è tornata in primo piano sulle pagine dei giornali locali e nazionali. Lunedì, per l’arrivo del presidente della Repubblica e del ministro all’istruzione, che hanno inaugurato l’anno scolastico in un clima surreale, visitando scuole al cospetto di pochi docenti e pochissimi studenti, selezionati con la promessa di interlocuzioni concordate, dopo che persino i laboratori con ragazzi e ragazze che quegli istituti li frequentano erano stati annullati. Al termine della giornata, il presidente ha rifiutato di incontrare una delegazione dell’assemblea che da sei mesi riunisce centinaia di cittadini per fronteggiare la crisi bradisismica e la superficialità con cui le istituzioni la stanno affrontando.

Nel pomeriggio di ieri, invece, è stata presentata al consiglio comunale una informativa del sindaco sulla rigenerazione dell’ex area industriale e sull’organizzazione della Coppa America di vela, che arriverà a Bagnoli nel 2027. Un’iniziativa che pone innanzitutto una questione di metodo, considerando che da tempo immemore non si dedicava un consiglio ad hoc a uno dei temi più importanti della città. Il sindaco e la sua giunta, su questo, almeno non peccano di ipocrisia: su Bagnoli, infatti, il consiglio comunale è del tutto svuotato dalle sue prerogative, che sono assegnate al commissario straordinario (lo stesso Manfredi); il quale in assoluta autonomia, e spalleggiato dal governo, ha fatto scelte dalla portata storica, che hanno sì “sbloccato” l’impasse dovuta a trent’anni di devastazioni amministrativo-ambientali, ma a carissimo prezzo per i cittadini. Tra queste scelte, vale la pena ricordarne un paio: la prima è la cancellazione di uno dei punti cardine del piano regolatore, ovvero il ripristino della morfologia della costa con una grande spiaggia libera da Nisida a Pozzuoli; la seconda è la permanenza e l’utilizzo della colmata per i cosiddetti “grandi eventi”, con l’inaugurazione di una stagione di frizzi e lazzi che finirà per sottrarre buona parte di quella linea di costa ai cittadini.

All’altezza delle sue azioni, sono le parole del sindaco, dal cui discorso vale la pena riportare alcuni punti emblematici.

1) È inutile allarmarsi e paventare speculazioni come la costruzione di un porto turistico. Lo sviluppo di Bagnoli è regolato da un piano, dice Manfredi, e noi lo rispetteremo (in realtà il famoso Praru è già stato stravolto, per esempio per permettere il mantenimento della colmata a mare).

2) Il litorale non sarà dedicato tutto a spiaggia libera, perché sarà interrotto dalla colmata, che sarà comunque adibita alla balneazione (quando non ci si faranno sopra altre coppe o coppette). Certo, chi vorrà fare il bagno da lì «dovrà saper nuotare» perché tra la colmata e il mare c’è un dislivello di circa due metri che non verrà azzerato. L’utilizzo di parte della sua superficie sarà inoltre appannaggio delle federazioni sportive di vela e canottaggio (a tutti gli effetti associazioni di diritto privato).

3) L’area di balneabilità sarà delimitata da una scogliera soffolta, una scelta rischiosissima secondo molti tecnici: oltre a possibili effetti sulla flora e la fauna marina dovuti al surriscaldamento dell’acqua, la barriera potrebbe comportare una difficoltà per alghe e altri sedimenti a riprendere il largo, una volta entrati in quella che diventerebbe, più che una baia balneabile, una piscina naturale.

4) Garantire la balneabilità della zona antistante alla colmata sarà priorità assoluta, per permettere lo svolgimento della Coppa. Per gli interventi sui due litorali a est e ovest (lato Coroglio e lato Dazio, quelli dove si farà la spiaggia libera) «si dovrà aspettare».

5) «Non sarà la Coppa America dei ricchi e degli yatch ma di tutti i napoletani» (e su questo non vale la pena nemmeno commentare, basta leggere i nomi degli sponsor per capire qual è il target di riferimento di questa competizione).

Quello che va detto è che, pur tra tante inesattezze, la relazione del sindaco è comunque superiore, per tenore e retorica, agli imbarazzanti interventi dei consiglieri che si soffermano per lo più sulla favoletta “della grande occasione”, dell’accelerazione al processo di rigenerazione e tante altre sciocchezze propagandistiche. Voci sparute, dall’opposizione, fanno emergere il rischio della privatizzazione del bosco urbano attraverso i fantomatici “servizi”; qualcun’altro riprende il tema del “pacco” ricevuto con l’accordo per l’acquisizione dei suoli della Cementir; ma il vero paradosso è che il solo intervento degno di nota è quello dell’ottuagenario Bassolino, che soffre visibilmente e fisicamente nel vedere i suoi progetti degli anni Novanta smantellati pezzo a pezzo, proprio lui che sulla variante ovest aveva fatto un enorme investimento politico prima di defenestrare Vezio De Lucia e gli altri difensori di quel piano.

È l’unico, il vecchio sindaco, a richiamare in causa temi politici come il risarcimento sociale e ambientale dovuto alla gente di Bagnoli dopo cento anni di fabbrica, il rispetto dei piani urbanistici costruiti “insieme” e non “a discapito” dei cittadini, la pericolosità di non uno ma forse addirittura due porti turistici, il rischio che i privati possano impossessarsi degli spazi del bosco urbano. Su quest’ultima questione, sempre furbescamente, il sindaco crede di lavarsi le mani ripetendo quindici volte che «quei suoli sono di proprietà di Invitalia» e che quindi il comune può farci poco. Nessuno gli fa notare che se quei suoli sono di Invitalia è proprio per colpa dell’ente che lui presiede: nel 2000 il Comune aveva infatti comprato i suoli dalla Fintecna (ex Medelil e Cimimontubi), ma siccome non gli ha mai dato ottanta dei cento milioni che gli doveva, e siccome non è stato capace di fare nulla di buono in trent’anni, il governo ha avuto il pretesto per commissariare l’area e riprenderseli. Se quei suoli non appartengono alla città è solo colpa del comune di Napoli, che ora non può venire a lamentarsi davanti ai cittadini, ma deve trovare soluzioni per impedire che Invitalia ne lottizzi spazi ai privati.

Detto ciò (anzi non detto ciò, perché nessun consigliere lo sa, o ha il buon senso di dirlo) il consiglio si avvia alla fine senza sussulti. Al termine del dibattimento i capigruppo firmano, su pressione dei comitati territoriali presenti in aula, un documento che prevede un nuovo consiglio monotematico, da svolgersi nel quartiere, e con un ordine del giorno concordato con gli abitanti. Due consiglieri dell’opposizione presentano un documento più puntuale, che recepisce diverse delle istanze su cui lottano al momento le varie Assise di Bagnoli, Laboratorio Politico Iskra, Lido Pola, Rete No Box, Assemblea Popolare, Mare Libero e tutti gli altri. Dalla giunta assessori e sindaco borbottano, lasciano intendere che non lo voteranno, dal momento che vi si chiede con forza quella procedura Via-Vas (Valutazione di impatto ambientale e Valutazione ambientale strategica) che governo e comune stanno cercando in ogni modo di evitare, e che si parla di spiaggia pubblica ininterrotta tra Nisida e Pozzuoli.

Pur di farlo approvare dalla giunta, allora, i consiglieri Sergio D’Angelo e Gennaro Esposito ne cambiano il testo, inserendo solo qualche parolina qua e là, seppur di grande significato: nel testo votato, alla fine, non si invoca una spiaggia ininterrotta senza se e senza ma, ma la si condiziona solo all’eventualità in cui la Via-Vas riterrà inopportuna la permanenza in loco della colmata, come se si trattasse di una questione ambientale e non politica.

Sono soddisfazioni dopo trent’anni di battaglie. E poi si lamentano pure che uno non va a votare. (riccardo rosa)

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