Ancora si parla di De Bruyne? Ecco perché quel cambio era l’unica mossa possibile

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Ancora si parla di De Bruyne? Ecco perché quel cambio era l’unica mossa possibile

L’espulsione di Giovanni Di Lorenzo ha stravolto l’assetto del Napoli all’Etihad, costringendo Antonio Conte a ridisegnare in corsa la squadra. Nei primi istanti il tecnico aveva adattato Politano come terzino destro d’emergenza, ma poco dopo è arrivata la scelta definitiva: dentro Mathías Olivera, con Spinazzola spostato a destra, e fuori Kevin De Bruyne.

Una decisione che ha fatto discutere, ma che risponde a una logica precisa. Conte, infatti, non ha voluto insistere con l’assetto provvisorio: l’idea era difendere a cinque in fase passiva, restando compatti contro la pressione del City. Per questo motivo il belga è stato il sacrificato, essendo l’unico giocatore meno utile in un contesto che richiedeva più solidità e corsa.

Il tecnico ha ritenuto irrinunciabili McTominay e Anguissa, per garantire fisicità e resistenza in mezzo al campo, fondamentali in una gara che da quel momento in poi non poteva che trasformarsi in una lunga prova di tenuta difensiva. Altre opzioni non c’erano. Hojlund? Era necessario. Anzi, fondamentale, per mantenere minime velleità di contrattacco.

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