Da giorni ci si domanda: perché gioca Olivera e non Rafa Marin al centro della difesa? Perché Okafor non vede più il campo? La risposta è nel percorso di Conte che ha ormai scelto i suoi “soldati” – come ha definito i suoi giocatori – e con loro andrà avanti fino alla fine del campionato. Ovvero anche per le prossime due partite. Salvo sorprese, s’intende. Magari Rafa Marin sarà titolare a Parma domenica sera dopo le difficoltà di Mati col Genoa: vedremo. Di sicuro, ad oggi, Conte ha quasi sempre puntato sugli stessi giocatori che evidentemente nelle sue idee valgono più del ruolo che vanno a ricoprire. Un esempio? Spinazzola che da terzino ha fatto anche l’esterno alto nel 4-3-3 o lo stesso Olivera che da laterale di difesa è diventato centrale. Per Conte viene prima il giocatore e poi l’esigenza tattica. Le gerarchie sono solide.
Olivera, a differenza di Rafa Marin, è un titolarissimo, così come Spinazzola. Conte non vuole rinunciare a nessuno dei due e per questo sacrifica lo spagnolo che è l’unico centrale di ruolo rimasto in rosa. Curiosità: l’ex Real Madrid a Monza era stato titolare per la prima volta in stagione ma, guarda caso, con Olivera e Spinazzola comunque in campo, entrambi a sinistra (Raspadori era in panchina). Discorso gerarchie simile per Okafor: non è nella lista dei suoi “soldati”. È arrivato in corso d’opera, appartiene all’emergenza di fine mercato, figlio della macchia invernale dell’addio di Kvara non sostituito. Ecco perché ha raccolto appena una trentina di minuti in quattro spezzoni di gara. L’ultima il 16 marzo a Venezia, creando tra l’altro la più ghiotta palla gol (sprecata da Simeone). Okafor difficilmente scenderà in campo a Parma o col Cagliari. Per Conte è già tornato al Milan.