la-parola-della-settimana.-ricordo
La parola della settimana. Ricordo
(disegno di ottoeffe)

Remember when you were young / Ricorda quando eri giovane
how the hero was never hung, / come l’eroe non finiva mai impiccato,
always got away. / sempre riusciva a scappare.
(john lennon, remember)

Se n’è andato all’alba di venerdì, a ottantotto anni, Goffredo Fofi, “il Vecchio”, come lo chiamavano affettuosamente i miei amici più grandi, con alcuni dei quali pure negli anni se ne era detto di tutti i colori. Lucido, corrosivo, impietoso narratore e analista del mondo che ci circonda, è stato instancabile agitatore culturale e riferimento per quei pochi scrittori, autori cinematografici e teatrali, giornalisti e tutto il resto, che ancora possono più o meno dirsi degni di appartenere a queste categorie.

Tutte le persone che valeva la pena conoscere, il Vecchio le conosceva e le metteva in contatto, e molte tra queste (e anche non tra queste) in questi giorni lo hanno celebrato sui giornali e sui social network. Parecchi ricordi si concludevano con aneddoti autoreferenziali del tipo “apprezzò molto il mio lavoro su…” o “avevamo spesso parlato di…”. Io invece ricordo che nel 2020, dopo una presentazione di Baby Gang a cui partecipò, e a sua domanda sui miei progetti futuri, gli parlai con entusiasmo di un romanzo sulla città postindustriale a cui stavo lavorando, romanzo che forse anche grazie a lui non scriverò mai. Mi ascoltò con attenzione, mi diede un buffetto sul viso e lapidario mi disse: «Sarà sicuramente una cacata…» (qualche anno dopo, durante un pranzo con altre persone, all’improvviso mi guardò, e stupendomi perché si ricordava di quella conversazione mi disse, provocatorio: «Allora, l’hai scritto questo grande romanzo?»).

Ma il bambino nel cortile si è fermato,
si è stancato di seguire aquiloni.
Si è seduto tra i ricordi vicini, i rumori lontani,
guarda il muro e si guarda le mani.
(fabrizio de andrè, le storie di ieri)

In questi giorni si è molto parlato di alcuni studenti che, una volta raggiunto il punteggio minimo per superare l’esame di maturità, si sono rifiutati di sostenere il colloquio orale avendo già ufficialmente ottenuto la promozione grazie alla somma tra i crediti formativi ottenuti durante i cinque anni e i “punti” accumulati con le prove scritte. Gli studenti coinvolti hanno spiegato che la scelta è stata presa per protestare “contro i meccanismi di valutazione scolastici, l’eccessiva competitività, la mancanza di empatia del corpo docente” (il virgolettato è di Maddalena Bianchi, diciannove anni, di Belluno).

Gli adulti ovviamente si sono rizelati e in molti (soprattutto docenti e dirigenti scolastici) hanno iniziato ad attaccare pubblicamente questi studenti, come se una scelta del genere non fosse coerente reazione al modello di formazione che loro stessi hanno creato, fatto di punteggi, crediti formativi, valutazioni aritmetiche per ogni scorreggia fatta dagli studenti e dalle studentesse. Raggiungo il punteggio? Sono “dentro”, arrivederci e grazie.

Dio cane, dio cane, cominciava a fare quello, che era un torinese. Si chiamano barott, sono quelli della cintura torinese, dei contadini sono. Sono tuttora dei contadini, che c’hanno la terra e la moglie la lavora. Sono i pendolari, gente durissima, ottusi, senza un po’ di fantasia, pericolosi. Mica fascisti, ottusi proprio. PCI erano, pane e lavoro. […] Stavano qua a lavorare per anni, per tre anni, per dieci anni. Che uno invecchia subito e muore presto. Per quei quattro soldi che non ti bastano mai è solo un ottuso, un servo che può farlo. Restare per anni in questa prigione di merda e fare un lavoro che annienta la vita.

Comunque questo qua ha il sospetto che voglio fargli il culo e allora abbandona il posto e ferma la linea. Arrivano i capi. Quando si ferma una linea si accende il rosso dove è stata fermata la linea e arrivano tutti i capi lí. Che succede? C’è questo che non vuole lavorare. Ma stai dicendo un’infamia, perché io sto lavorando, non ci riesco perché sto imparando. Mica sono intelligente come te, tu ci stai da dieci anni qua dentro è chiaro che uno come te impara tutto subito. […] Allora il capo mi dice: Senta a me sembra che lei vuole fare un po’ il lavativo. Invece deve mettersi in mente che alla Fiat si deve lavorare, non si deve fare il lavativo. Se vuole fare il lavativo vada a via Roma lí dove ci stanno gli amici suoi. Gli dico: Guardi io non lo so se a via Roma c’ho degli amici. Comunque io vengo qua perché c’ho bisogno dei soldi. Sto lavorando, non ho imparato ancora e quando imparo lavoro. Mi volete dare sei giorni di prova o no? Ma come sei giorni di prova, dice il capo, lei già sta da un mese qua. Sí, da un mese, ma stavo a quel posto là, non a questo qua. Adesso devo avere altri sei giorni di prova e lui il fuorilinea per sei giorni deve stare qua con me. Se no non faccio un cazzo. (nanni balestrini, vogliamo tutto)

Al ministro Valditara, che annuncia una riforma perché questa contestazione non possa più ripetersi, verrebbe da dire che chi semina Invalsi raccoglie boicottaggi, e che siamo noi a non meritarci ragazzi che pensano con la loro testa e che si sottraggono al dogma della produttività in nome del minimo risultato utile. Personalmente, delle mie scuole superiori ho un ricordo pessimo: un edificio che assomigliava a un carcere, professori ignoranti come e più degli studenti (salvando la buona pace di un paio tra loro), competitività che fuoriusciva da ogni senga delle porte di legno scricchiolanti, incapacità dell’istituzione di fornire risposte adeguate a una platea molto eterogenea. Alla maturità presi 94/100 e se non mi venne in mente di non presentarmi all’orale è solo perché per prepararlo mi impegnai veramente poco, concentrandomi sul mio futuro.

Chillu criaturo all’erta a destra, ‘o taglio a spazzolina:
Vittorio Alfieri, terza C, foto ingiallita,
tute d’a Lotto tutt’e juorne, niente Tod’s e Paciotti,
Air Force 180 nera e blu cobalto,
‘o baffo bianco, ‘a scritta rossa ‘ncopp’o strappo
identica e precisa ‘a scena ‘e Get rich or die trying,

e io annanz’ ‘e vetrine ‘e Simon a Marano.
‘E 125 erano ‘a marce,
sunnavo al massimo ‘a Leovinci sott’o motorino
e ‘o gruppo Polini.
“Chill’e Mani Pulite erano cchiù politici”,
ma quanno maje nuje simm’ stati uniti…
‘E Stati Uniti e Porto Rico, è chello che vulesse ‘a Lega Nord:
scennere ‘cca ‘a stagione, e sparagna’ ‘na cosa ‘e sorde.
(patto mc ft. co’sang, da venti anni a mo’)

(a cura di riccardo rosa)

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