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Microsoft ha da poco messo in vendita la sua prima console portatile per videogiochi: ROG Xbox Ally, realizzata in collaborazione con Asus. Benché fosse attesa da tempo – se ne parlava da circa vent’anni – non ha ricevuto recensioni molto positive e ha anzi confermato le difficoltà di Microsoft in un settore ormai dominato da Nintendo con la sua Switch. Per alcuni, trattandosi di un prodotto di Microsoft, il problema è uno solo: Windows.
ROG Xbox Ally e Rog Xbox Ally X, una versione più potente, sono in effetti dei personal computer tascabili travestiti da console. Ciò che li fa funzionare è Windows 11, la versione più recente del famoso sistema operativo, nascosta da un’applicazione sviluppata specificamente per Xbox. In varie occasioni si deve però interagire con la classica interfaccia di Windows, con la scomodità di doverlo fare su uno schermo da 7 pollici, quindi ben più piccolo di quello di un normale computer. Come hanno segnalato diverse recensioni, Windows 11 non è stato pensato espressamente per i videogiochi e qualche volta si nota.
In passato Microsoft aveva in più occasioni valutato l’idea di produrre una propria console portatile, ma i progetti non avevano portato a risultati concreti. I problemi non erano tanto tecnici, quanto legati alla mancanza di un piano coerente rispetto a quanto la società offriva attraverso la sua console fissa, Xbox, e i servizi online per scaricare i giochi. C’erano inoltre grandi cautele nell’avventurarsi in un territorio dove Nintendo aveva riscosso notevoli successi con la Switch (per quanto una console concettualmente diversa) e dove Sony si era ritagliata uno spazio con le versioni portatili della sua PlayStation. Nel settore si era registrato anche un buon seguito per Steam Deck, la console portatile della piattaforma Steam per scaricare videogiochi.
La Switch, ora alla sua seconda versione, ha una forte integrazione tra hardware (la console vera e propria) e software (il suo sistema operativo e i videogiochi), e questo riduce il rischio che qualcosa non funzioni ed esclude problemi di compatibilità. È un approccio “chiuso” che Nintendo segue da sempre, tra alti e bassi. Con Xbox le cose sono andate diversamente, perché nel tempo Microsoft ha creato un ecosistema che va oltre le console e coinvolge anche i PC, con l’idea che si possa usare su entrambi lo stesso videogioco (anche alcuni giochi di PlayStation si possono giocare sia sulla console che su PC). L’approccio è stato seguito anche per la nuova console portatile, ma secondo le recensioni pubblicate finora l’esperimento è riuscito solo in parte.
I principali siti di tecnologia come The Verge, Ars Technica e Wired hanno segnalato che la ROG Xbox Ally sembra un prodotto acerbo, messo in vendita con problemi ancora da risolvere dal punto di vista del software. Dopo averlo avviato, ci sono quasi subito alcuni aggiornamenti di Windows da fare, con un’esperienza d’uso non semplice, visto che si può finire sulla classica interfaccia del sistema operativo, da gestire senza un mouse o una tastiera (salvo collegare dei dispositivi esterni).
«Chi fa le recensioni come me ha dovuto aspettare ore e l’attesa di molteplici riavvii in attesa che gli aggiornamenti si installassero prima di poter usare un solo videogioco; anche quando avevo finito, non potevo comunque muovermi all’interno di Windows senza smanettare sul touchscreen e lottare con i controlli del gamepad», ha scritto Sean Hollister su The Verge.
L’app di Xbox, sviluppata per la console con l’idea di ridurre il tempo sulla normale interfaccia di Windows 11, genera ulteriore confusione perché a volte deve ricevere aggiornamenti per funzionare. Il risultato, ha scritto Matt Kamen su Wired, è che non sempre si capisce che cosa debba essere aggiornato, tra app, sistema operativo e altre funzionalità della console. L’interfaccia della stessa app è densa di contenuti, che creano ulteriore confusione rispetto a quella più essenziale della Switch.
In compenso la console di Microsoft, realizzata in collaborazione con Asus, offre qualche libertà in più: trattandosi di un PC sotto mentite spoglie, può essere utilizzata per installare videogiochi che non sono sul portale di Xbox, a patto che possano essere usati con i comandi del joypad e quindi senza tastiera e mouse. L’installazione non è sempre semplice, per via della necessità di usare l’interfaccia di Windows, e ci possono essere problemi nella resa grafica se si scelgono videogiochi molto pesanti. Si possono comunque cambiare le impostazioni di gioco per ridurre il carico per la scheda grafica, un po’ come si fa normalmente sul computer quando si scelgono le opzioni grafiche di gioco.
Oltre al costo delle scomodità segnalate dalle recensioni, c’è poi il prezzo per avere qualche libertà in più nell’installare e gestire i propri videogiochi. La ROG Xbox Ally viene venduta a 599 euro, mentre la versione X più avanzata costa 899 euro. Il modello base costa quindi circa 130 euro in più rispetto alla Switch 2 nella versione venduta senza videogiochi allegati.
(Microsoft)
Microsoft dice che attraverso l’opzione cloud si potranno usare videogiochi senza installarli direttamente sulla console, e sfruttando la potenza di calcolo dei computer a distanza che li fanno funzionare, ma non sempre i sistemi in remoto sono affidabili e sono molto dipendenti dalla velocità della connessione. Nel caso di una console portatile, pensata quindi per essere usata non solo quando si è online a casa, la funzione cloud potrebbe rivelarsi poco soddisfacente o adeguata per sopperire ad altre mancanze del dispositivo.
La collaborazione con Asus ha fatto sì che il prodotto non abbia una propria forte identità legata al marchio Xbox, cosa che potrebbe renderla meno appetibile per i fan di Xbox. Negli ultimi anni Microsoft è diventata sempre più forte e competitiva sul piano dei servizi, come appunto il cloud e il suo servizio in abbonamento Game Pass, ma ha via via perso una propria identità legata alle proprie console. Già oggi “giocare su Xbox” non significa più usare uno specifico dispositivo, ma accedere a un servizio che si può trovare in più forme e formati. Microsoft ha però dato segnali contrastanti in questi anni, tra voler diventare una semplice piattaforma dove giocare – una sorta di Netflix dei videogiochi – e voler competere in un settore difficile come quello delle console portatili.