un-telefono-piu-giusto
Un telefono più giusto

Caricamento player

Nel 2013 il designer olandese Bas van Abel avviò una raccolta fondi online per produrre uno smartphone “etico”, realizzato con materiali estratti in modo sostenibile e in condizioni di lavoro dignitose. L’obiettivo era di risolvere uno dei principali problemi del settore, ovvero l’utilizzo di terre rare e altri minerali provenienti da miniere dove spesso esistono gravi violazioni ambientali e del diritto dei lavoratori.

Gli organizzatori contavano di vendere al massimo cinquemila smartphone ma la campagna si diffuse molto online e finirono per ricevere ordini per circa 60mila Fairphone 1, come fu chiamato il telefono. Da allora Fairphone, l’azienda nata da quell’esperimento, ha continuato a produrre dispositivi elettronici, utilizzando materiali ottenuti in modo responsabile e sostenibile, per esempio da alcune miniere della Repubblica Democratica del Congo che aderiscono a un progetto per escludere dalla filiera i gruppi armati locali.

Il loro ultimo modello, Fairphone 6, è uscito lo scorso giugno e ha ottenuto recensioni piuttosto positive, suggerendo che esista la possibilità di produrre uno smartphone con queste attenzioni sulla filiera produttiva senza troppe rinunce dal punto di vista tecnico. Fairphone 6 è venduto in Unione europea a 599 euro, è disponibile in tre colori e, nella tradizione dell’azienda, è pensato per essere personalizzato dagli utenti con alcuni accessori, ma soprattutto per essere riparato, un’altra delle caratteristiche su cui ha investito l’azienda.

A partire da Fairphone 2, il secondo smartphone dell’azienda, tutti i modelli di Fairphone hanno ricevuto il massimo dei voti dal sito iFixit, che pubblica guide su come riparare autonomamente i dispositivi elettronici. Fairphone 6 permette di sostituire in tutto dodici componenti, tra cui lo schermo, la porta USB e la batteria (per rimuovere la quale basta togliere 7 viti).

Al centro dell’attenzione dell’azienda c’è da sempre anche la riduzione dei rifiuti elettronici e l’utilizzo di materiali riciclati. Più del 50 per cento dei materiali usati per Fairphone 6, per esempio, sono riciclati, la percentuale più alta nel mercato, e ogni dispositivo viene realizzato utilizzando energia rinnovabile, grazie alla collaborazione con le aziende della catena di approvvigionamento. Fairphone adotta anche la compensazione dei rifiuti elettronici, che necessitano di un trattamento particolare: per ogni dispositivo prodotto, l’azienda ricicla una quantità uguale di rifiuti elettronici.

Tra le principali novità di Fairphone 6 c’è anche una funzionalità che non riguarda la sostenibilità ambientale, quanto il rapporto tra utente e smartphone. Si chiama Fairphone Moments e sembra ispirata al successo di Light Phone e altri telefoni “minimali” usciti negli ultimi anni, pensati per aiutare l’utente a gestire il tempo che passa davanti agli schermi. Fairphone 6 è dotato di un apposito interruttore laterale che, quando viene attivato, mostra sullo schermo un’interfaccia pulita ed essenziale, con poche applicazioni (che possono essere scelte dall’utente).

Nonostante i progressi dell’azienda, l’acquisto di un Fairphone rimane una scelta profondamente influenzata dalla sensibilità etica del singolo. In alcuni casi, infatti, gli ideali stessi alla base di Fairphone giocano a sfavore del suo successo commerciale: un telefono con una vita media tanto lunga non conviene infatti ai produttori tradizionali, che puntano a venderne il più possibile e, anzi, cercano di abbreviare la durata dei dispositivi (la cosiddetta obsolescenza programmata).

Fairphone ha scelto invece la direzione opposta: Fairphone 6 è coperto da una garanzia di cinque anni e l’azienda promette otto anni di supporto al software, fino al 2033. Quanto ai modelli precedenti, sul sito di Fairphone sono ancora disponibili alcuni componenti di Fairphone 2, uscito nel 2015, oltre che quelli dei modelli successivi, a conferma della longevità di questi dispositivi.

La scelta di rendere gli smartphone tanto riparabili porta con sé anche qualche svantaggio per l’utente. Nella maggior parte dei casi, infatti, i telefoni odierni sono del tutto impermeabili perché i loro componenti sono incollati e sigillati, e non solo avvitati. Per questo motivo, Fairphone 6 non risulta del tutto impermeabile, anche se ha ottenuto la certificazione IP55 (ed è quindi resistente a spruzzi, umidità e polvere), un risultato ritenuto molto positivo per un prodotto simile.

– Leggi anche: Gli smartphone sono sempre più grandi anche se le mani rimangono uguali

Un altro fattore che gioca a svantaggio di Fairphone riguarda la distribuzione nel mercato statunitense. Mentre in Europa Fairphone 6 viene venduto con Android preinstallato, negli Stati Uniti è disponibile con /e/OS, un sistema operativo sviluppato da Murena, un’azienda che produce smartphone basati su tecnologia open source.  /e/OS è una versione di Android «deGooglizzata», e quindi priva di Play Store, Chrome, Maps e altri servizi Google. In Europa gli utenti possono scegliere quale sistema operativo usare, mentre negli Stati Uniti i Fairphone sono venduti solo con /e/OS, e questo potrebbe sfavorire la diffusione nel paese.

A causa di questi compromessi, i Fairphone non hanno mai raggiunto un successo di pubblico notevole. Secondo una stima aggiornata al 2024, in tutta la sua storia, l’azienda avrebbe venduto poco più di 700mila dispositivi. Anche per questo, oggi sembra puntare sulla vendita di accessori (tra cui anche le cuffie Fairbuds) per aumentare le sue entrate e fidelizzare i propri clienti.

Related Post