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A giugno Threads, il social network di Meta, ha avuto quasi gli stessi visitatori giornalieri di X, l’ex Twitter, secondo i dati di Similarweb, un’azienda di analisi di mercato. Anche se non è ancora avvenuto un vero sorpasso, il risultato dà comunque un’idea del successo del social network, a due anni di distanza dal suo lancio.
Quando fu presentato, nel luglio del 2023, Threads ci mise cinque giorni per raggiungere i 100 milioni di utenti, superando il record di crescita che era stato appena fissato da ChatGPT. All’epoca sembrava che Threads fosse destinato a superare X, se non addirittura a sostituirlo. Ora invece pare aver trovato un suo pubblico alternativo, pur in un panorama ormai dominato dalle piattaforme di video verticali come TikTok e Instagram.
Oggi Threads ha più di 350 milioni di utenti mensili e una media di 115 milioni di utenti giornalieri, contro i 132 milioni di X. La tendenza sembra però favorire Threads, i cui numeri sono aumentati del 127,8 per cento rispetto all’anno precedente, mentre quelli di X sono calati del 15,2 per cento. Questi dati si riferiscono al traffico da dispositivi mobili: per quanto riguarda invece le visite via web, X ha ancora un netto vantaggio.
Il confronto tra X e Threads è interessante perché quest’ultimo nacque proprio in seguito all’acquisizione di Twitter da parte di Elon Musk, avvenuta nell’ottobre del 2022, che spinse molti utenti ad abbandonare il servizio e a spostarsi su altri social network cloni di Twitter, come Threads, Bluesky e Mastodon (che però esisteva dal 2016).
Inizialmente Threads doveva essere una funzione interna a Instagram, ma l’aggiunta di post testuali rischiava di confondere l’esperienza degli utenti, così Meta sviluppò un’app apposita, che fu resa disponibile nel luglio del 2023 in circa cento paesi (nei paesi dell’Unione Europea arrivò solo nel dicembre di quell’anno).
Che Threads stia andando bene lo conferma anche il fatto che nel corso degli ultimi mesi Meta ha presentato diverse novità e l’ha reso anche più indipendente da Instagram. Da aprile su Threads è possibile acquistare spazi pubblicitari, e gli utenti possono finalmente scambiarsi messaggi privati come negli altri social di Meta. Questo mese, inoltre, Meta ha nominato per la prima volta una persona a capo di Threads: Connor Hayes, dirigente Meta di lungo corso. Prima di allora, infatti, a essere responsabile del social network era Adam Mosseri, capo di Instagram.
Un altro passo nella direzione di una maggiore indipendenza di Threads riguarda la possibilità, da poco annunciata, di iscriversi usando le credenziali di Facebook (finora era possibile farlo solo usando Instagram). È una novità che potrebbe aprire il social network a una platea di utenti diversa e ben più grande (quelli che hanno Facebook ma non Instagram), rendendo Threads una delle tante proprietà di Meta, e non più un semplice prodotto affine a Instagram.
Ci sono stati cambiamenti anche nell’esperienza dell’utente. Recentemente Threads ha annunciato di aver modificato l’algoritmo per dare più rilevanza ai contenuti pubblicati dai profili seguiti dagli utenti, dopo che a lungo aveva mostrato perlopiù contenuti da profili non seguiti direttamente, in modo simile a TikTok.
A lungo Threads si è distinto da Twitter anche perché non dava importanza ai post più recenti, rendendo piuttosto difficile seguire gli eventi in tempo reale, cosa che da sempre si fa su Twitter. Questa scelta non fu casuale: secondo Adam Mosseri l’obiettivo era di creare «un luogo meno arrabbiato dove le persone possano condividere le loro idee», evitando alcuni dei meccanismi che avevano reso Twitter un ambiente per molti versi tossico.
Con Threads, Meta cercò invece di creare un’esperienza con toni più distesi, per certi versi simili a quelli di Instagram, dove le discussioni politiche sono da sempre meno presenti che su Twitter. L’approccio di Meta è cambiato drasticamente lo scorso gennaio, quando il gruppo ha deciso di aumentare la diffusione dei contenuti politici su Instagram e Threads, in una decisione definita «un’inversione a U».
A influenzarla sono stati anche la vittoria di Trump alle elezioni presidenziali del 2024 e il tentativo del capo di Meta, Mark Zuckerberg, di avvicinarsi alle posizioni trumpiane, che promuovono una drastica riduzione della moderazione dei contenuti da parte delle piattaforme.