Il caldo torrido attanaglia Napoli e l’aslfalto diventa rovente. La città è alle prese con un’ondata di calore importante, con tanto di allerta meteo, e la stagione estiva si è aperta con temperature elevatissime, mettendo a dura prova le persone più fragili e rendendo faticoso lo svolgimento di qualsiasi attività. Ne parla quest’oggi il Corriere del Mezzogiorno, interrogandosi su cosa fare per rendere le nostre città più vivibili anche nei periodi in cui le ondate di calore non danno tregua. Le parti più sensibili sono il centro storico, Fuorigrotta, Scampia, Pianura, a causa tra le tante cause anche della densità abitativa, dei materiali utilizzati per l’edilizia e della scarsa presenza di verde. Ma non solo.
Sono le risposte dei ricercatori di Tecnica Urbanistica del «Dicea» della Federico II che studia da anni le sfide del cambiamento climatico in ambito urbano in un progetto finanziato con fondi Pnrr per individuare tramite 35 indicati le aree della città e definire interventi e soluzioni di tipo urbanistico ed edilizio necessari per ridurre gli effetti del caldo. Nell’elenco di interventi suggeriti vi sono anche: il rimboschimento urbano, la manutenzione del verde esistente, la realizzazione di laghetti artificiali, fontane a pavimento, giardini pensili e tetti verdi, passerelle coperte e ventilate di collegamento tra i servizi pubblici e le residenze. Napoli ha previsto entro fine anno la messa in dimora di 4.500 nuovi alberi: si tratta di un punto di partenza. Pochi per una grande città e occorreranno mesi prima della loro crescita.