
Lunedì 27 ottobre un piccolo gruppo di studenti di estrema destra ha organizzato un volantinaggio davanti all’ingresso dell’Einstein, liceo torinese in Barriera di Milano. A difendere il volantinaggio erano presenti numerosi agenti in tenuta antisommossa e Digos. Studenti e studentesse del liceo hanno organizzato una contestazione e la repressione della polizia è stata dura. Uno studente contestatore è stato fermato, ammanettato e portato in questura. Pubblichiamo un comunicato di genitori di studenti e studentesse dell’Einstein. Dal comunicato emerge il silenzio di una dirigenza scolastica che già in passato si è distinta per aver appoggiato la repressione e negato attenzione e dialogo nei confronti della componente studentesca. La pubblicazione del comunicato non è solo un gesto di vicinanza e solidarietà a chi scrive, ma è anche un’opportunità per stimolare un ragionamento complessivo sulla repressione e il soffocamento della democrazia all’interno della scuola: un fenomeno che ha una rilevanza nazionale, non solo locale.
* * *
Noi, genitori delle studentesse e degli studenti del liceo Einstein, sentiamo il dovere civile e morale di denunciare pubblicamente quanto accaduto il 27/10/2025 mattina, perché ciò che è successo davanti alla scuola non può essere considerata una semplice questione di ordine pubblico. È stato invece un fatto gravissimo, che chiama in causa la responsabilità della scuola e di tutti gli adulti presenti.
Questa mattina tre ragazzi di Gioventù Nazionale (maggiorenni ed esterni alla scuola) si sono presentati davanti alla sede del liceo Einstein di via Bologna scortati da decine di agenti della Digos e dalla Celere, in assetto antisommossa, per distribuire volantini politici e fare propaganda agli studenti, minacciando e aggredendo chi si rifiutava di prendere i depliant. L’intervento delle forze dell’ordine, attivatosi in forma subito violenta nei confronti dei soli studenti e studentesse, compresi coloro che stavano semplicemente entrando a scuola senza prendere parte al diverbio, si è concluso con un ragazzo minorenne portato via in manette, davanti ai suoi compagni, nel silenzio generale da parte dei docenti presenti e della dirigenza scolastica.
In quei momenti nessun professore, nessun rappresentante della dirigenza è uscito, se non a cose fatte per invitare chi era rimasto fuori a entrare nelle aule. Nessuno ha provato a mediare, a proteggere e a evitare che una scena così violenta e umiliante si consumasse davanti agli occhi di tutte le studentesse e degli studenti, lasciati soli.
Noi rifiutiamo questo silenzio. Una scuola che tace davanti alla violenza, davanti alla propaganda di chi diffonde odio e discriminazione, smette di essere un luogo di formazione e diventa complice dell’ingiustizia. La scuola dovrebbe insegnare ai ragazzi a riconoscere e a respingere ogni forma di sopraffazione e non rivelarsi passiva davanti a chiari abusi di potere nei confronti degli studenti che la frequentano.
Lo studente è stato trattato e ammanettato come un criminale, e questo accade mentre gruppi politici che si richiamano a ideologie xenofobe e di esclusione vengono lasciati agire liberamente davanti a un edificio scolastico, compromettendo l’ingresso a scuola. Non possiamo e non vogliamo accettarlo.
Denunciamo pubblicamente la gravità di questo episodio, il silenzio che lo ha accompagnato e la mancanza di tutela nei confronti di tutte le studentesse e di tutti gli studenti, molti dei quali ancora minorenni. Ci aspettiamo che l’intera comunità scolastica – studenti, docenti e famiglie – rifletta su ciò che è avvenuto e che da questo silenzio si levi una voce chiara e univoca, affinché fatti di tale gravità rimangano episodi isolati. Ci auguriamo inoltre che, se dovesse ripresentarsi una situazione simile, il coinvolgimento dei docenti e della dirigenza si esplichi in modo da preservare le studentesse e gli studenti. (alcuni genitori dell’einstein)

