La vita calcistica è un paradosso continuo. Basti pensare a chi tutti invocavano come salvatore della patria quando a Napoli sedeva sulla panchina Rudi Garcia: il nome era quello di Antonio Conte. C’era talmente tanta speranza e speculazione dietro al nome del mister di Lecce, tanto da portare alla smentita proprio Conte, tramite una storia Instagram: “Per ora ho solo voglia di godermi la famiglia”.
Queste le parole del tecnico, forse già consapevole dell’approdo l’estate seguente mentre il club in quella annata chiuse decimo con un valzer di allenatori da far girare la testa. Ora, dopo uno scudetto conquistato e una seconda annata con la vetta che dista solo 2 punti, Conte è stato messo in discussione dalla piazza, dalla critica, ma non dal presidente Aurelio De Laurentiis che, nella giornata di ieri, gli ha rinnovato la fiducia anche tramite social.
Le perplessità della piazza, ma non solo ovviamente, sono fondate considerando le tante partite in cui il Napoli non c’è stato e, soprattutto, con l’anima “contiana” che sembra solo un lontano ricordo. Il tutto poi arricchito dalle dichiarazioni del mister nelle varie conferenze stampa di rottura, soprattutto quella dopo la sconfitta contro il PSV in Champions e l’ultima in trasferta a Bologna.
Ora però che la società, a modo suo, è scesa in campo in difesa del suo allenatore, non si possono fare passi indietro. Tutta la squadra deve capire che l’unico modo per ripartire è aggrapparsi all’uomo, al cuore e alle parole di Conte; la sua esperienza dovrà uscire fuori proprio ora che la nave viaggia verso la meta, ma non come potrebbe. E affinché il tutto torni sotto controllo, il condottiero numero uno deve rimettersi al timone e magari fare anche lui un passo verso la squadra.

