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Com’è la Switch 2

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Dal 5 giugno è disponibile Switch 2, la nuova attesissima console di Nintendo, uscita otto anni dopo l’ultima. È un po’ più grande del modello precedente (7,9 pollici anziché 6,2), ha una risoluzione e una memoria interna maggiore (1080p e 256GB di memoria), ha sempre i due controller, i Joy-Con, che si possono staccare posizionati ai lati del display, oltre che diverse nuove funzionalità online. Insomma, è in tutto e per tutto la versione migliorata del precedente modello, il che, per Nintendo, è una grande novità.

Dopo il limitato successo del GameCube, che uscì nel 2001 e non fu mai un vero rivale di PlayStation 2, Nintendo ha cambiato strategia e cominciato a proporre solo console che di volta in volta si sviluppassero intorno a un elemento tecnologico innovativo. Il DS aveva due schermi di cui uno touch, il 3DS poteva mostrare i giochi in 3D senza occhiali, Wii aveva due telecomandi che rilevavano i movimenti e Switch permetteva di giocare sia in modalità portatile che casalinga (cioè collegata al televisore) senza particolari differenze tra le due. Switch 2 invece è stata concepita per capitalizzare al meglio l’enorme successo del suo predecessore (ne sono state vendute oltre 150 milioni). Le novità che introduce sono tante ma nessuna cambia più di tanto il modo in cui la console è concepita.

Questa nuova strategia ha significato per Nintendo anche rinunciare a una delle caratteristiche più distintive delle sue console negli ultimi 25 anni: il prezzo sensibilmente più basso rispetto alla concorrenza. Switch 2 costa infatti 470 euro nella sua versione base, mentre il primo modello, uscito nel 2017, ne costava 330. Le ragioni dell’aumento dei prezzi sono principalmente due: la prima è legata agli effetti dei dazi che l’amministrazione Trump impone, revoca e modifica di settimana in settimana, e la seconda è invece legata al fatto che Switch 2, essendo una versione migliorata di un dispositivo già esistente, punta tutto su componenti più performanti e quindi più costosi.

Replicare il successo di Switch non sarà affatto facile: oltre al prezzo, è infatti il mercato in generale ad essere cambiato. Nel 2017 Switch riuscì per prima ad annullare le differenze tra una console casalinga e una portatile, pur con qualche rinuncia dal punto di vista della potenza e della risoluzione. Visto l’enorme interesse dimostrato dal mercato, negli ultimi anni si sono sviluppati sistemi che fanno più o meno la stessa cosa, come Steam Deck, Lenovo Legion GO o Asus Rog Ally, che non sono altro che computer portatili costruiti per avere la forma di una console (schermo al centro e controlli ai lati) ed essere utilizzati per lo più solo per giocare. Negli ultimi due anni il miglioramento di questi sistemi è stato notevole, paragonabile a quella dei primi laptop da gioco negli anni Duemila.

In ogni caso, Nintendo prevede di vendere circa 15 milioni di console da qui fino alla fine dell’anno fiscale, a marzo 2026: sarebbero, nel caso, volumi di vendita pari a quelli della prima Switch.

Di cose nuove Switch 2 ne ha comunque tante: i Joy-Con 2 ad esempio possono essere utilizzati in maniera simile a un mouse. Per alcuni giochi è semplicemente un’opzione di controllo in più, che garantisce maggiore comodità, come nel caso di Civilization VII (un gioco di tipo gestionale nato su PC nel quale bisogna gestire diverse cose contemporaneamente e navigare tra molte schermate), ma per altri, come ad esempio Drag x Drive, è il sistema di controllo intorno al quale ruota l’intera dinamica di gioco.

In Drag x Drive si controlla un atleta su un mezzo che ricorda tantissimo una sedia a rotelle: con i Joy-Con in modalità mouse si simulano i movimenti che si farebbero con le mani per muoverla. Per avanzare li si fa scivolare in avanti insieme, per girare se ne fa andare avanti uno e indietro l’altro, mentre per fare canestro (perché lo scopo è fare più canestri degli altri, come nella pallacanestro in carrozzina) si solleva il controller mimando proprio il gesto del tiro.

Una delle novità più interessanti di Switch 2 è GameShare, una funzionalità che permette di condividere alcuni dei giochi della nuova console con altre persone, nella stessa casa o online, e giocarci insieme senza che questi possiedano una copia del gioco. Un redattore del Post l’ha provato con i suoi figli, che hanno il vecchio modello di Switch, giocando a Super Mario 3D World, e ha detto che tutto il processo funziona bene e senza intoppi, il che gli ha permesso di fare una partita in 3 in cui ognuno usava la propria console.

In locale, cioè con le console collegate alla stessa rete domestica, si può giocare sia con Switch (tutti e tre i modelli) sia con Switch 2, anche se serve quest’ultima per avviare la condivisione, mentre online GameShare funziona solo tra Switch 2 attraverso un’altra nuova funzionalità della console chiamata GameChat, un servizio integrato nel sistema (e attivabile attraverso il nuovo tasto “C” della console) che permette di chattare con i propri amici (fino a 12) condividendo anche le immagini del gioco che si sta giocando, oltre alla ripresa del giocatore nel caso si colleghi una webcam compatibile. Alcuni titoli, come ad esempio Super Mario Party Jamboree + Jamboree TV, permettono anche di fare alcuni mini-giochi tramite il tracciamento del movimento della webcam.

GameChat sarà gratuito fino al 31 marzo 2026: dopo quella data per poter condividere i giochi online o chattare con gli amici si dovrà attivare l’abbonamento a Switch Online, che costa 20 euro all’anno (40 con il Pacchetto aggiuntivo, che permette di accedere a una libreria più ampia di giochi classici Nintendo o di scaricare gratuitamente gli aggiornamenti migliorativi di alcuni giochi per Switch). Le chat vocali sono ormai una funzionalità considerata comune (e talvolta essenziale) nei giochi online, ma per Nintendo questa è di fatto la prima console che integra tutte queste funzionalità nel suo hardware (Switch 2 ha infatti un microfono integrato) e nel suo sistema operativo. Switch infatti, come Wii e Wii U prima, ha sempre avuto limitate funzionalità online, principalmente per cercare di “proteggere” il più possibile la propria utenza, mediamente più giovane di quella delle altre console.

Il gioco più importante tra quelli disponibili è certamente Mario Kart World, l’ultimo episodio di una fortunatissima serie Nintendo il cui primo capitolo uscì su Super Nintendo nel 1992. Quello che si deve fare è molto semplice: arrivare a bordo del proprio go-kart prima degli altri, utilizzando tutti i bonus che si trovano per strada ed evitando quelli dei nemici, primo fra tutti il temutissimo guscio blu. Questa nuova edizione per Switch, oltre ad aggiungere nuovi personaggi, modalità e tracciati, si sta facendo apprezzare perché permette di guidare liberamente nel mondo di gioco anziché sui soli circuiti come è sempre stato, aggiungendo così un nuovo livello di coinvolgimento all’esperienza di gioco. È anche il primo gioco per console ad avere un prezzo di listino (per l’edizione fisica) di 90 euro, cioè 10 euro in più rispetto ai più costosi giochi fino ad ora in commercio.

Oltre a Mario Kart World e alle versioni migliorate di alcuni giochi già usciti su Switch (come per esempio The Legend of Zelda: Breath of the Wild e Tears of the Kingdom), sono disponibili anche diversi giochi di altri editori, il cui supporto a Switch 2 è molto più convinto rispetto a quello che diedero al primo modello della console. È disponibile ad esempio una edizione di Cyberpunk 2077, di Street Fighter 6 e Kunitsu-Gami: Path of the Goddess (entrambi di Capcom), così come Hogwarts Legacy di Warner Bros. Il maggiore interesse degli editori è dovuto sia alle alte previsioni di vendita delle console, sia al fatto che Switch 2 è una console sufficientemente potente da permettere a giochi usciti su PlayStation e Xbox di non avere troppe rinunce dal punto di vista grafico o delle performance.

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