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Da quando nel 2022 fu pubblicata la prima versione di ChatGPT, i chatbot basati sull’intelligenza artificiale sono stati l’oggetto di maggiore interesse e investimenti nel settore tecnologico, col risultato che oggi ne esistono decine, alcuni dei quali hanno anche superato l’originale per determinate funzioni. La grande concorrenza nel tempo ha appianato le differenze, a partire dalle schermate iniziali, perché puntualmente le novità annunciate da un’azienda vengono replicate dalle altre.
Per le esigenze di chi non li usa per lavoro spesso un chatbot o l’altro fa poca differenza, se non per la forma e la personalità delle risposte, un elemento sul quale le aziende hanno cominciato a puntare per differenziarsi. Vale soprattutto per le versioni gratuite dei chatbot, che sono di gran lunga le più diffuse. Con gli abbonamenti a pagamento, convenienti essenzialmente a chi li usa per lavoro, le differenze aumentano: gli utenti possono rimuovere i limiti d’utilizzo e ottenere più funzionalità, dalla generazione di video (come con Sora di OpenAI) alla scrittura di codice informatico ad altissimo livello. In generale insomma la risposta più probabile alla domanda su quale sia il modello linguistico (LLM) migliore tra quelli disponibili sul mercato è sempre la stessa: dipende da chi lo usa, da come lo si usa, e per quali scopi.
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ChatGPT
OpenAI gode tuttora del cosiddetto vantaggio della prima mossa, beneficio strategico tipico dell’azienda che per prima si è imposta in un mercato in espansione con il proprio prodotto. Ma alla base del suo successo c’è anche il fatto che ChatGPT è un “foundation model”, cioè un modello linguistico particolarmente potente e capace, in grado di soddisfare richieste di diverso tipo, come la generazione di testo, video e immagini, o l’analisi di documenti. Gli altri principali foundation model sono Gemini e Claude.
Con il recente passaggio al nuovo modello GPT-5, inoltre, buona parte delle funzioni è stata resa disponibile anche agli utenti non paganti (che sono la stragrande maggioranza), seppur con dei limiti di utilizzo.
ChatGPT è il chatbot migliore anche nella sua versione audio, che permette di dialogare con il chatbot avendo un’esperienza di fatto superiore a quella di assistenti vocali di lungo corso come Siri e Alexa. OpenAI ha anche sviluppato delle apprezzate applicazioni mobili, rendendo ChatGPT ancora più facile da usare.
Sono tutte funzioni che contribuiscono a consolidare il primato di ChatGPT nel settore, nonostante la concorrenza in crescita. I modelli linguistici di OpenAI, inoltre, sono multimodali, nel senso che sono capaci di processare, generare e interagire con diversi tipi di dati simultaneamente: testo scritto, immagini, video e audio. La multimodalità è alla base di interazioni molto avanzate con i chatbot, come la richiesta di riconoscere il contenuto di un’immagine a partire da una foto.
Per metterlo alla prova abbiamo chiesto a ChatGPT e altri modelli di spiegare la Congettura di Poincaré, uno dei più importanti problemi di topologia, una branca della matematica, producendo anche una presentazione di accompagnamento. ChatGPT è stato l’unico (con Claude) a generare una risposta completa, con tanto di file di presentazione scaricabile.
OpenAI offre due versioni a pagamento: Plus, da 23 euro al mese, che comprende modalità di ragionamento più avanzato e maggiori capacità di generare codice informatico; e Pro, da 229 euro al mese, che offre il massimo delle prestazioni possibili ed è rivolta a professionisti del settore informatico o a chi vuole sfruttare al massimo Sora, il software di OpenAI in grado di generare video.
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Google Gemini
Google fu tra le prime aziende a reagire al successo di ChatGPT riorganizzando parte della sua struttura interna e mettendosi al lavoro su nuovi modelli linguistici. Dopo circa un anno di lavoro, nel dicembre del 2023, lanciò Gemini, un modello multimodale che oggi è al centro della crescente offerta dell’azienda nel settore delle AI.
Anche Gemini è un modello “di fondazione”, come GPT-5, anche se ha uno stile più asciutto e meno personale che influenza anche il testo che genera, che può risultare più asettico. Google e OpenAI sono del resto aziende molto diverse e con strategie differenti: OpenAI è una non profit che ha finito per avere una valutazione economica altissima per via della diffusione di ChatGPT, su cui sta costruendo un’offerta sempre più ampia; Google, invece, è tra le aziende più note del mondo e può “limitarsi” a integrare le sue AI nei suoi servizi esistenti.
La versione base di Gemini offre ottime prestazioni per la maggior parte degli utenti ma per sfruttarlo appieno occorre abbonarsi al servizio Gemini Pro (21,99 euro al mese), che offre migliori capacità di ragionamento e 2 terabyte di memoria su Google Drive. Per gli utenti Pro, infatti, Gemini diventa uno strumento utilizzabile direttamente su prodotti come Gmail o Google Docs, per scrivere mail, modificare o tradurre testi.
Nella sua versione di base e gratuita, Gemini ha risposto ad alcune domande anche complesse ma non ha saputo né generare una presentazione per accompagnare un argomento di studio, né produrre una cover letter (una lettera di candidatura) per un annuncio di lavoro, limitandosi a redigere una lista su come farne una. In compenso si è rivelato piuttosto utile nell’analizzare e rispondere a delle domande riguardo un file in pdf caricato dall’utente.
Oggi Google sembra in un’ottima posizione e può contare sui suoi servizi più consolidati e diffusi per aumentare l’adozione di Gemini e abbassare i prezzi delle sue AI. Google Gemini ha più di 400 milioni di utenti mensili.
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Claude
Anthropic è la principale azienda “indipendente” del settore delle AI. Fondata nel 2021 da alcuni ex dipendenti di OpenAI, il suo capo è Dario Amodei, oggi una delle persone più influenti dell’industria tecnologica. L’indipendenza di Anthropic è ovviamente relativa: come molte altre startup del settore, infatti, ha ricevuto miliardi di dollari di investimenti sia da Google che da Amazon.
Il suo prodotto di punta è la suite di modelli linguistici Claude, che si stanno affermando come le AI di riferimento di un certo tipo di utenti, i cosiddetti “power user”, che necessitano di prestazioni molto alte. Claude è particolarmente apprezzato per la sua capacità di generare codice informatico ma nella sua versione gratuita garantisce ottime prestazioni a chi deve studiare o generare testi di vario tipo. Sotto alla barra dove inserire il prompt, si trovano dei pulsanti con cui indirizzare il modello al tipo di uso che si preferisce: scrittura, studio e ricerca, informatica o altro. Nel test riguardante la Congettura di Poincaré, per esempio, Claude ha generato la presentazione e fornito un’anteprima in una barra laterale, in modo da permettere all’utente di modificarla direttamente. È anche risultato utile nella generazione di una cover letter e nell’analisi di un documento in pdf.
I prezzi di Claude sono piuttosto competitivi, specie in confronto a ChatGPT: il piano Pro (da 21,96 euro al mese oppure 219,60 euro all’anno) offre modelli più avanzati e capacità di “ragionamento” per mansioni particolarmente complesse, oltre che i servizi per la programmazione; quello Max (da 109,80 euro al mese) sblocca ancora più capacità di calcolo, per gli utenti che vogliono eliminare qualsiasi limite al suo utilizzo.
Ad oggi Claude ha circa 18 milioni di utenti mensili, ancora molti meno di quelli di OpenAI e Google. Anche per questo, Anthropic si trova in una situazione delicata: i suoi modelli sono apprezzati ma deve affrontare la competizione di aziende molto più grandi (come Google e Microsoft, oltre che la stessa OpenAI). Anche per far fronte alla concorrenza, Anthropic è costretta a cambiamenti che possono risultare discutibili per alcuni utenti. L’azienda ha infatti annunciato che comincerà ad usare le conversazioni degli utenti per addestrare i suoi modelli, dopo che per anni aveva promesso di non farlo.
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Grok
Grok è nato per essere il ribelle del settore. A svilupparlo è xAI, l’azienda fondata nel 2023 da Elon Musk (già co-fondatore di OpenAI insieme a Sam Altman e altri, prima di uscirne dopo aver litigato con i soci), che in poco tempo si è imposta sul mercato con modelli potenti e avanzati.
A luglio è stato messo online Grok 4, presentato all’epoca come il modello più potente al mondo, un primato perso con l’arrivo di GPT-5. Il nuovo Grok ha confermato le ambizioni di xAI pur accompagnandosi a una serie di problematiche tipiche delle aziende guidate da Musk, un personaggio controverso anche a livello politico. Al di là delle sue sparate (come quella secondo cui Grok 4 avrebbe capacità degne di un dottore di ricerca), Musk sta spingendo xAI in direzioni bizzarre e rischiose.
Lo scorso luglio Grok ha lanciato i primi Grok Companions, una funzione per gli utenti paganti con cui è possibile interagire con degli avatar animati, che trasformano il chatbot in una sorta di amico (o amica) virtuale. Uno di questi Companions è Ani, una ragazzina in stile anime, con cui gli utenti (inclusi i minorenni) possono chiacchierare, anche di argomenti scabrosi o erotici. Grok è stato inoltre criticato per aver generato immagini e video pornografici, compresi alcuni con una versione digitale di Taylor Swift, e aver dato risposte deliranti in cui inneggiava a Hitler e al nazismo.
Grok offre due versioni a pagamento: SuperGrok, da 35 euro al mese, e SuperGrok Heavy, da 349 euro al mese, prezzi in linea con gli standard di settore. Alla fine di agosto, xAI ha anche presentato Grok Code Fast 1, un modello specializzato nella scrittura di codice informatico.
Nel test sulla generazione di una cover letter per un annuncio di lavoro Grok è stato l’unico – insieme a Claude – a visualizzarla su una barra laterale, consentendo di modificarla direttamente. Anche nella prova sulla Congettura di Poincaré ha generato una risposta piuttosto chiara e, pur non offrendo un file scaricabile con la presentazione, ha generato del codice informatico per realizzarne una, fornendo anche una guida su come farlo.
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Meta AI
Negli scorsi mesi, Mark Zuckerberg, capo di Meta, ha guidato personalmente un’ambiziosa campagna di assunzioni e acquisizioni con cui mira a rilanciare la sua azienda nel campo delle AI. Finora, infatti, il gruppo ha seguito una strategia confusa e poco profittevole, evitando di puntare sui modelli linguistici in favore di altre tecnologie. È quindi probabile che nel corso dei prossimi mesi l’offerta di Meta cambierà drasticamente ma finora consiste di prodotti piuttosto diversi da quelli della concorrenza.
Ad oggi il servizio di AI più avanzato di Meta è la suite Llama, giunta alla quarta generazione, che ha ottenuto ottimi risultati su una serie di benchmark (i punti di riferimento con cui queste tecnologie vengono misurate, e che però non mettono sempre d’accordo tutti). I modelli Llama non sono disponibili online come ChatGPT e gli altri chatbot, ma possono essere scaricati dagli utenti, che possono a loro volta modificarli o farli girare sui loro computer.
Meta AI è invece il nome del chatbot “tradizionale” del gruppo, che funziona in modo simile a quelli visti finora ed è disponibile gratuitamente dal sito o dall’app. Oltre a rispondere a domande, è in grado di generare immagini e video. Molti di questi contenuti sono però pubblici e visibili da chiunque sul sito, una scelta anomala con cui Meta ha cercato di coniugare le AI alla sua natura da social network. Si tratta comunque di una decisione controversa e criticata, anche perché molti utenti non si rendono conto di condividere pubblicamente le loro conversazioni col chatbot.
Sarebbe però un errore pensare a Meta AI come a un’alternativa a ChatGPT, Claude o Gemini: in realtà si tratta di una tecnologia pensata per assistere l’utente mentre utilizza le altre applicazioni del gruppo, come WhatsApp e Instagram, in cui Meta AI è sempre più presente. I risultati di Meta AI nelle prove riflettono in parte questi limiti, offrendo risposte anche discrete ma inferiori qualitativamente a quelle di altri modelli visti finora.
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DeepSeek
DeepSeek è stata la prima grande storia dell’anno per il settore delle AI, lo scorso gennaio. L’idea che un’azienda piccola, finora sconosciuta ai più e perlopiù proveniente dalla Cina, avesse sviluppato e reso disponibile un modello potente come DeepSeek-R1, spendendo una porzione di quanto speso dalle aziende statunitensi, fece traballare le convinzioni di molti, specie nella Silicon Valley. Da allora DeepSeek ha arricchito ulteriormente la sua offerta con altri modelli, e anche i suoi prodotti avanzati continuano a costare meno degli altri, soprattutto di Claude Sonnet 4 o Grok 4 (i due modelli più costosi per token).
Per utilizzare DeepSeek è necessario registrarsi con un indirizzo di posta elettronica. Come detto, il chatbot rappresenta un’alternativa efficiente tra quelle gratuite e anche nella sua versione a pagamento, che non ha tariffe fisse ma si basa sul consumo per milione di token, ha costi molto competitivi.
DeepSeek se l’è cavata molto bene su molti test fatti, generando risposte chiare o documenti a seconda delle richieste. Nel caso della cover letter, in modo simile a Grok non ha generato un file scaricabile ma ha presentato una guida per creare una presentazione usando altri programmi.
Attorno a DeepSeek rimangono molti dubbi riguardanti la privacy degli utenti e i sospetti legami tra l’azienda sviluppatrice e il governo cinese, che nei mesi scorsi ha dichiarato pubblicamente di adottare le sue tecnologie.
Mistral
Mistral AI è stato sviluppato dall’azienda francese Mistral AI, la principale società europea del settore, e ha inizialmente stupito molti osservatori sia per la velocità che per la potenza. Il suo chatbot Le Chat risulta molto veloce e in grado di assolvere a molte delle funzioni di base di un chatbot avanzato sia per lo studio che per il lavoro, e può essere usato per riassumere documenti, tradurli o organizzare idee. Pur non essendo in grado di generare pdf o documenti, ne genera i contenuti (come fanno anche più o meno tutti i modelli visti finora).
Per usare Le Chat non occorre iscriversi ma se si vuole utilizzarlo a lungo e caricare immagini e video come prompt, è meglio registrarsi. Nonostante sia più limitato di prodotti come ChatGPT o Claude, Le Chat offre un’alternativa interessante a chi usa i chatbot perlopiù per scrivere o analizzare documenti.
Risulta anche tra i modelli più economici, con un’offerta a pagamento peculiare: il piano Pro costa 17,99 euro al mese ma per gli studenti il prezzo scende a 7,19; il secondo piano a pagamento, Team, è pensato per i gruppi di lavoro e costa 29,99 a membro.
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Perplexity
Perplexity è un prodotto particolare nel settore delle AI. Recentemente ha raggiunto una valutazione di circa 14 miliardi di dollari, eppure è nota per usare un mix di modelli a seconda dei casi: oltre a Sonar, il suo modello proprietario, Perplexity si affida soprattutto a quelli di Google, OpenAI, Anthropic e DeepSeek per generare le risposte.
Un prodotto a metà tra un motore di ricerca e un chatbot, Perplexity non è fatto per generare codice informatico quanto per rispondere a domande e approfondire argomenti di studio. In una prova, a Perplexity è stato richiesto di trovare fonti in inglese e tedesco su un argomento piuttosto preciso, ovvero il ruolo dei cambiamenti climatici nella caduta dell’impero romano.
Il risultato è stato abbastanza utile e Perplexity ha saputo scremare ulteriormente questi risultati, trovando per esempio quelli scritti da persone di genere femminile. Nel test sulla Congettura di Poincaré, Perplexity si è offerto di generare delle diapositive creandone solo una, piena di parole incomprensibili e sbagliate (un caso di allucinazione, un fenomeno tipico di questi strumenti).
Nonostante alcuni limiti, Perplexity AI è un’azienda dalle grandi ambizioni: oltre ad aver sviluppato un browser, Comet, ha recentemente fatto un’offerta per acquisire Chrome da Google (a un prezzo superiore alla sua stessa valutazione). L’idea di sviluppare un motore di ricerca “potenziato” utilizzando le AI è interessante ma Perplexity deve vedersela con la crescente competizione dei motori di ricerca stessi, che, come nel caso di Google, stanno diventando sempre più simili a chatbot.
Con il piano Pro (da 20 dollari al mese) gli utenti di Perplexity accedono ai modelli più potenti, mentre quelli Max (da 200 dollari al mese) ottengono l’accesso esclusivo anche a Comet.
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