Da 0 alla peggiore umiliazione dell’era ADL: la dichiarazione shock, l’incredibile accusa di Conte e l’agghiacciante confessione di Lang

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Da 0 alla peggiore umiliazione dell’era ADL: la dichiarazione shock, l’incredibile accusa di Conte e l’agghiacciante confessione di Lang

Il Napoli viene travolto dal Psv, inutile la doppietta di Scott McTominay. Lucca si fa espellere e Conte lancia pesanti accuse

Zero non è solo un numero in questo caso, è qualcosa di più profondo. Che raggiunge profondità, probabilmente, mai raggiunte. Che fa male in posti, che nemmeno pensavi potessero far male. La prestazione peggiore dell’era De Laurentiis, una delle più orripilanti de quel 1 agosto di pioggia del 1926.  La questione non è perdere, ma smettere credere in quello che sei. Provare a scappare da te stesso e da te stesso non ci scappi nemmeno se sei Merckx. Crisi d’identità.

Uno come la gara non giocata da Di Lorenzo, quella in cui era squalificato dopo il rosso col City. La gestione del capitano è l’emblema di una gestione troppo rigida di Conte, della sua diffidenza verso le rotazioni. Alla fine, però, ti trovi giocatori spremuti di testa e di fisico, come nel caso del capitano: inguardabile nelle ultime due uscite. Spinazzola con lo Sporting aveva giocato alla grande anche a destra: cambiare, ogni tanto, si può.

Due assist di Spinazzola in stagione. Cerchiamo qualche fiore nato nel cemento, dobbiamo sforzarci di intravedere qualche raggio di sole dietro questo cielo plumbeo. La condizione di è sicuramente una grande notizia, sulla fascia è sempre un fattore e le gambe girano come nei giorni migliori. Salvate il soldato Leo.

Tre scelte nei pressi dell’area di rigore, tutte sbagliate. Lang entra con la voglia di spaccare il mondo, ma sbaglia tutto ciò che potrebbe sbagliare. Nel post gara dice “Gioco poco? Preferisco non dire nulla a riguardo. Con Conte ci ho parlato una sola volta con Conte”. Sintomo di un malessere che, evidentemente, serpeggia in qualche azzurro. Da Noa, in ogni caso, è lecito aspettarsi di più. Aveva promesso di essere un calciatore che faceva alzare in piedi i tifosi per guardarlo, non aveva aggiunto però che i tifosi si alzavano per andare via. Fino a qui, uno spettro. 

Quattro sconfitte su dieci gare giocate: il 40%. Il dato è agghiacciante, soprattutto se ci si azzarda a fare una proiezione sul lungo periodo. È un Napoli che si è scoperto fragile, come un parabrezza colpito in un punto critico che inizi a creparsi lentamente. Ci sono ferite che non sanguinano, ma non smettono mai di far male e, in questo momento, la squadra pare avere un aspetto integro, ma al suo interno ha qualcosa che la sta consumando.

Cinque metri dall’area di rigore, la possibilità di trovarsi solo davanti al portiere, uno stop più inguardabile di sette secondi del Grande Fratello. Tutte le difficoltà di Lucca in quel frame, che resterà per molto tempo nella testa di molti. L’inadeguatezza, attuale, è più fisica che tecnica, basti guardare la sciocca protesta ed il puerile tentativo di giustificarsi dopo il cartellino rosso che lascia il Napoli nella tempesta. Per giocare con quella maglia servono le palle quadrate Lorenzo. O le hai, o non le hai. 

Sei pappine, sia gentile (quelle di Oronzo Canà erano cinque). Antonio Conte rimedia una sconfitta di dimensioni epiche, con un risultato che poteva essere anche più umiliante. A fine gara Conte lancia nella mischia diversi fumogeni, perchè in questo momento Il fumo serve solo a chi ha paura che qualcuno veda davvero. Bisogna prendersi tutti le proprie colpe e trovare soluzioni, senza continuare a ripetere che sarà un’annata complessa. Il Napoli ha il tecnico più pagato in Italia per risolvere queste complessità. Non deve raccontarle, deve eliminarle. 

Sette a McTominay, un voto in più dei punti di sutura alla caviglia. Gioca sul dolore, sul rischio di farsi nuovamente male e già per questo merita rispetto. Apre le danze con l’incornata da centravanti vero, confermando che per lui il gol è solo una questione di tempo. La doppietta personale arriva quando, ormai, i compagni erano solo controfigure in attesa della fine delle riprese. Scott è una scintilla, una piccola luce, per indicare la strada del domani. Bisogna seguirlo. 

Otto ad un calciatore che non c’era, perchè alla fine la pubblicità comparativa è sempre la più efficace. Nessuna volontà di scaricare colpe addosso a Gilmour, ma la prestazione dello scozzese serve a ricordarci, se ancora servisse, che giocatore spaziale è Lobotka. Il lavoro di stan di copertura preventive delle linee di passaggio degli avversari è uno dei segreti dei due scudetti, la sua esoterica capacità di leggere in anticipo dove andrà il pallone, facendo perdere un ritmo di gioco all’avversario, andrebbe studiata nei laboratori di Noetica. “La scienza noetica ci ricorda che il pensiero non è solo un prodotto della mente, ma una forza che modella il mondo”.

Nove teste nuove. Teste, non corpi. Conte sceglie bene le parole, il riferimento non è al valore tecnico, è altro su cui vuole puntare il dito. “I nuovi devono inserirsi con umiltà, in silenzio e lavorare”. Frasi che, inevitabilmente, generano una caccia all’uomo: chi sono quelli che si stanno inserendo senza umiltà? Chi quelli che non lavorano in silenzio? “Nove acquisti sono troppi” afferma, lasciando basiti chi per mesi l’ha sentito lamentarsi per la rosa corta. Credo, magari mi sbaglio, che la formazione Anti-Inter ci darà qualche indizio in più sui destinatari del suo sfogo. 

Dieci al campo, alla possibilità di riscatto immediata migliore che si possa avere. L’Inter, davanti al proprio pubblico, con lo scudetto sul petto da onorare e difendere. Sabato non sarà una questione da calciatori, ma una questione di uomini. Scopriremo, chi vuole lottare per difendere quel tricolore, e chi è più interessato a custodire il proprio orticello. Per fortuna, come recita un meraviglioso adagio orientale “Accada quel che accada, il sole tramonta anche sul giorno peggiore”.

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