Di Lorenzo a Crc: “Scudetto? Fatto ancora niente, ma è nelle nostre mani! A Lecce sarà difficile! Su Conte e Kvara…”

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Di Lorenzo a Crc: “Scudetto? Fatto ancora niente, ma è nelle nostre mani! A Lecce sarà difficile! Su Conte e Kvara…”

Parola al capitano. Giovanni Di Lorenzo è stato oggi, 30 aprile, negli studi di Radio CRC, emittente partner della SSC Napoli, per un’intervista esclusiva. A pochi giorni dal match casalingo vinto contro il Torino, il difensore azzurro ha condiviso ambizioni, sogni e obiettivi da inseguire sotto la guida del nuovo tecnico, Antonio Conte. Queste le parole del difensore azzurro su Tuttonapoli.net: “Sono già passati sei anni a Napoli,  qui sto bene con la mia famiglia ed è successo davvero di tutto in se. Due anni fa abbiamo vinto lo scudetto e mai avrei immaginato di essere capitano come Maradona. Ogni giorno cerco di meritarmela e di rappresentare al meglio la società e la squadra”

Come ti comporti con i nuovi arrivi? “Spesso sono io a muovermi verso di loro, per metterli a loro agio e per farli inserire, magari con un messaggio o una chiamata. Gli consiglio le stesse cose che dissero a me quando arrivai, la cosa fondamentale sia vivere la città come una persona normale e non sentendosi divers. Io esco spesso in centro, scendo e non vivo male la città”.

Verso il Lecce. “Ci tengo prima di tutto a mandare un abbraccio alla famiglia del fisioterapista del Lecce, la notizia ci ha colpiti molto. Sarà una partita difficile: loro lottano per salvarsi, e questa tragedia ha reso l’atmosfera particolare. Ma noi vogliamo portare a casa la vittoria”.

Il rapporto con Conte. “Da capitano sono il più vicino all’allenatore, passo i suoi messaggi alla squadra. Fin dal primo giorno c’è stato un legame diretto, sincero e leale. La base è la sincerità: Conte è un allenatore forte, conoscevo già le sue qualità da avversario e in questi mesi le ha confermate. Siamo felici di averlo con noi”.

La forza di questo Napoli. “Il gruppo. Dietro ogni grande vittoria e ogni grande squadra c’è un gruppo solido. Quando ci si vuole bene davvero, si affronta tutto meglio. Le difficoltà arriveranno, come sempre, ma ciò che conta è come reagiamo. Se il gruppo è sano, superare i limiti diventa più semplice”.

L’importanza della catena di destra. “Ci conosciamo bene, da anni. Sappiamo leggere i movimenti l’uno dell’altro, ed è una qualità che ci portiamo dietro nel tempo. Ma il merito è anche del mister, che tiene alta l’intensità e coinvolge tutti. Anche chi gioca meno dà un contributo importante: è questo spirito che porta i risultati”.

Sull’ex Kvara. “Ieri sera ho visto la sua partita con il Psg: è fortissimo e gli auguro il meglio, anche di vincere la Champions League.”

Il miglior terzino della storia “Ogni epoca ha i suoi. Il ruolo è cambiato: oggi si chiede di fare molto di più, anche da registi. Ho cercato di migliorarmi, grazie anche ai miei compagni.”

Si parla di scudetto nello spogliatoio?Sì, siamo a un punto cruciale. All’inizio sembrava irraggiungibile, ora siamo lì: difficile, ma ce la giochiamo. Tutto è nelle nostre mani. Con il lavoro e con il sacrificio siamo lì e ce la giochiamo, sarà difficile e finora non abbiamo fatto niente”. 

Quando abbiamo capito di poter lottare? “Non c’è stato un momento preciso. Partita dopo partita ci siamo costruiti questo percorso. Ora serve l’ultimo passo: il gruppo è unito, crede nell’obiettivo. Quando sei primo per tanto tempo non è mai per caso”.

Sul futuro dopo il calcio. “Lo vedo ancora lontano, ma stiamo bene qui. Le mie figlie sono napoletane, ho casa a Napoli e sono legato a questa città. Il murales? Mi emoziona: resterà per sempre”.

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