Disney ha cambiato idea sull’intelligenza artificiale

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Disney ha cambiato idea sull’intelligenza artificiale

Finora l’aveva più che altro combattuta con continue cause legali: l’accordo con OpenAI le consentirà di sfruttarla a proprio vantaggio

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L’accordo che Walt Disney Company e OpenAI hanno fatto giovedì avrà conseguenze importanti sull’industria dell’intrattenimento, e potrebbe creare un precedente nel modo in cui i grandi detentori di proprietà intellettuale si rapportano all’intelligenza artificiale e alla tutela dei propri contenuti.

Disney investirà un miliardo di euro in OpenAI e renderà i propri personaggi disponibili per essere utilizzati in Sora, il sistema di intelligenza artificiale che produce brevi video partendo da semplici indicazioni testuali. OpenAI avrà libero accesso non soltanto ai personaggi Disney, ma anche a tutte le altre proprietà intellettuali dell’azienda, come i supereroi della Marvel e i protagonisti dei film Pixar e della saga di Star Wars.

È la prima volta che una grande multinazionale dell’intrattenimento decide di investire in una società che si occupa di sviluppare modelli di intelligenza artificiale generativa. Finora le principali aziende del settore avevano adottato un approccio principalmente difensivo, basato su richieste di rimozione, azioni legali e pressioni per ottenere regole più stringenti sull’uso non autorizzato dei loro personaggi.

La stessa Disney aveva usato spesso strategie di questo tipo, e insieme a Universal aveva fatto causa per violazione del copyright a Midjourney, uno dei più utilizzati software in grado di generare immagini con l’intelligenza artificiale. In questo caso ha fatto invece una scelta diversa, scegliendo di collaborare con OpenAI anziché contrastarla. Parlando di questo aspetto, il giornalista di Vulture Eric Vilas-Boas ha scritto che Disney ha trovato più conveniente provare a «controllare il futuro dell’intelligenza artificiale, piuttosto che vedere versioni non autorizzate delle sue proprietà intellettuali impazzare online, emettere continui avvisi di rimozione e impegnarsi in cause potenzialmente infinite».

Nella sua newsletter, il produttore cinematografico Evan Shapiro ha scritto che Disney si è assicurata che OpenAI diventi il suo “slopkeeper”, un neologismo che indica un soggetto incaricato di selezionare e controllare i contenuti generati con l’intelligenza artificiale, impedendo l’uso improprio delle proprietà intellettuali e rendendo questi utilizzi tracciabili e potenzialmente remunerativi.

– Leggi anche: I nuovi video fatti con l’intelligenza artificiale di OpenAI

L’accordo prevede che Disney ceda la licenza sui suoi personaggi a OpenAI per tre anni, ma con alcune limitazioni. Non potranno essere riprodotte le voci di chi ha doppiato i personaggi, e neppure i volti degli attori che li interpretano. Disney ha preso queste accortezze per evitare ritorsioni da parte dei sindacati che rappresentano sceneggiatori e doppiatori, e in particolare di SAG-AFTRA, il più grande e influente.

OpenAI avrà comunque accesso a una quantità di personaggi enorme: tutti quelli animati, e presumibilmente tutti quelli che indossano una maschera, come Darth Vader e Iron Man. Alcuni video realizzati con Sora saranno resi disponibili sulla piattaforma di streaming Disney+, che in questo modo avrà la possibilità di rafforzare la sua offerta con contenuti particolarmente apprezzati dal pubblico più giovane.

Steven Zeitchik, giornalista di Hollywood Reporter, ha scritto che l’accordo è stato soprattutto una risposta al tentativo di acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix, che Paramount sta provando a ostacolare.

Netflix utilizza da anni sistemi avanzati di intelligenza artificiale per l’analisi dei dati, la personalizzazione dell’offerta e gli algoritmi per raccomandare contenuti agli utenti, ed è quindi molto più avanti sul piano tecnologico rispetto a Disney. L’eventuale acquisizione di Warner Bros. le permetterebbe di affiancare a questa infrastruttura tecnologica un vastissimo catalogo di film e personaggi a cui attingere per addestrare i propri sistemi, rafforzando ulteriormente la propria posizione.

Viceversa, Disney dispone di uno dei più vasti cataloghi di personaggi e proprietà intellettuali al mondo, ma è rimasta indietro sul piano tecnologico, e in particolare nell’uso dell’intelligenza artificiale. L’accordo con OpenAI le permetterà di colmare questo divario: diventerà infatti un importante cliente di OpenAI, con un accesso privilegiato alle sue API (Application Programming Interface), cioè gli strumenti che permettono di integrare direttamente i modelli di intelligenza artificiale nei propri sistemi.

Questo consentirà a Disney di sviluppare nuovi prodotti ed esperienze basate sull’intelligenza artificiale e di utilizzare strumenti come ChatGPT (il chatbot più famoso al mondo, sviluppato da OpenAI) anche all’interno dei propri processi di lavoro, mettendoli a disposizione dei dipendenti per attività operative e di analisi.

– Leggi anche: Paramount si è messa tra Netflix e Warner Bros. Discovery

Un altro motivo che ha reso l’accordo vantaggioso per Disney è la tempistica: con questo investimento ha acquisito una piccola quota di OpenAI (lo 0,02 per cento) prima della prevista quotazione in borsa della società. Attualmente OpenAI è valutata circa 500 miliardi di dollari, ma dopo la quotazione la sua capitalizzazione potrebbe aumentare considerevolmente.

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