
Del rione Sanità in questi ultimi anni si è spesso parlato a proposito del processo di rinascita dal basso guidato dal fitto tessuto di associazioni, cooperative e comunità parrocchiali che operano nel quartiere. Nonostante gli importanti segnali, il quartiere continua a essere attraversato da enormi contraddizioni. Lo testimoniano gli episodi di violenza che lo hanno segnato, anche in tempi recenti, e di cui si hanno continue avvisaglie. La fragilità sociale del quartiere è stata aggravata, negli ultimi quindici anni, dalla perdita di servizi fondamentali alla popolazione, come servizi sanitari (l’ospedale San Gennaro ridotto a presidio sanitario) e istituti scolastici, nonché dalle difficoltà sempre più insormontabili che incontra la popolazione – in particolare i giovani che giustamente aspirano a una vita indipendente – nel reperire alloggi a prezzi accessibili a causa della crisi abitativa generata dalla proliferazione incontrollata di case vacanza e bnb anche in questo quartiere. Soltanto grazie alle tenaci mobilitazioni di realtà civiche come la Rete Educativa Sanità e il Comitato per l’Ospedale San Gennaro gli effetti dei tagli alla spesa pubblica sui servizi sanitari e scolastici nel quartiere sono stati arginati almeno in parte, mentre la questione dell’accessibilità degli alloggi rimane ancora del tutto aperta.
Ai piccoli passi in avanti ottenuti grazie alle mobilitazioni si accompagnano, tuttavia, persistenti segni di totale abbandono istituzionale. L’accesso al verde pubblico rimane negato agli abitanti del rione Sanità. Ciò è tanto più sorprendente in un tempo come il nostro segnato dal surriscaldamento globale, dunque dall’aumento delle temperature che grava in modo particolare sulle aree urbane più densamente popolate. Nelle città delle regioni più disparate del pianeta, le amministrazioni locali si sforzano di investire risorse crescenti nella cura e nell’ampliamento delle aree verdi, nella consapevolezza che la fruizione del verde sia decisiva per la salute fisica e mentale della popolazione e in particolare delle categorie più vulnerabili, come appunto i giovani, i bambini, ma anche gli anziani e le persone con disabilità. Ebbene, a dispetto di tutto ciò, un quartiere come il rione Sanità è da anni privato dell’unico vero spazio di verde pubblico presente al suo interno: il parco San Gennaro.
Dopo l’inaugurazione nel 2008, il parco ha vissuto fasi alterne di aperture e chiusure, ma ormai da qualche anno la sua fruizione è negata al quartiere. Lo scorso anno sono stati stanziati dal Comune finanziamenti per seicentomila euro destinati al suo recupero. I lavori di riqualificazione avrebbero dovuto avviarsi già alla fine dell’estate scorsa, ma tutto è ancora fermo, mentre le istituzioni non danno informazioni certe né sull’andamento dei lavori né sui tempi di riapertura del parco. Domani, venerdì 30 maggio, alle ore 10, il comitato civico che fin dall’istituzione del parco si batte per la sua apertura stabile ha chiamato il quartiere a una nuova mobilitazione per il diritto alla fruizione del verde pubblico. Già diverse scuole hanno aderito all’appello e si attende anche il contributo di realtà associative del quartiere. Non può esserci una rinascita del rione Sanità senza spazi adeguati di verde pubblico a libera e permanente disposizione dei giovani e di tutti i residenti. (ugo rossi)