Si chiama “Atlas”, e per OpenAI è un nuovo passo avanti nel tentativo di fare concorrenza a Google
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Martedì OpenAI ha presentato il primo browser con funzioni di ricerca integrate alimentato da ChatGPT, il suo chatbot di intelligenza artificiale. Si chiama Atlas ed è già disponibile gratuitamente in tutto il mondo per macOS, il sistema operativo dei computer Apple. La società ha detto che sta già sviluppando delle versioni per Windows, iOS e Android, e che saranno disponibili «a breve».
È una notizia molto rilevante per il mondo della tecnologia, perché conferma un obiettivo che OpenAI persegue da tempo: entrare in un mercato storicamente controllato da Google, la cui posizione dominante nel settore delle ricerche online era già stata messa in discussione dalla diffusione di ChatGPT.
L’interfaccia di Atlas è quasi identica a quella di Google, con uno sfondo bianco e una barra di ricerca al centro che invita gli utenti a fare «una domanda a ChatGPT» o a digitare una URL. Tuttavia, anche se l’aspetto è familiare, il funzionamento è un po’ diverso.
Atlas infatti non si limita a mostrare una lista di link, come accade con Google, ma elabora e presenta un riassunto delle informazioni più rilevanti emerse dalla ricerca, combinando contenuti provenienti dalle diverse fonti online consultate. Gli utenti possono poi chiedere approfondimenti, chiarimenti o aggiornamenti sui risultati all’interno della stessa conversazione, senza dover aprire nuove schede o ripetere la ricerca. È un modo per rendere la navigazione più interattiva e basata sulla conversazione, un po’ come già accade con ChatGPT.
Per gli utenti abbonati a uno dei servizi a pagamento di OpenAI (ChatGPT Plus e ChatGPT Pro) sarà disponibile “Agent”, una funzione che permette a ChatGPT di svolgere determinate operazioni in modo autonomo, come prenotare voli o compilare moduli.
Un’altra novità introdotta da Atlas è la funzione “browser memories”, che permette a ChatGPT di ricordare le attività svolte durante la navigazione e di utilizzarle per fornire risposte più personalizzate. Per esempio, se un utente trascorre del tempo su diversi siti di offerte di lavoro, potrà in seguito chiedere ad Atlas di riassumere le posizioni che aveva consultato.
La convinzione che i motori di ricerca per come li abbiamo conosciuti siano in crisi circola dalla fine del 2022, quando OpenAI rese disponibile per la prima volta ChatGPT, che oggi è largamente il chatbot più utilizzato al mondo. Già tre anni fa Google aveva dichiarato un «codice rosso» interno (un livello di allerta molto alto) temendo che ChatGPT potesse mettere in discussione il modello tradizionale di ricerca sul web. Nel 2024, per la prima volta in dieci anni, la quota di mercato di Google è scesa sotto il 90 per cento.
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