Cristian Chivu, nuovo allenatore dell’Inter, si è presentato in conferenza stampa al Four Season Hotel di Beverly Hills, dove i nerazzurri sono in ritiro per giocare il Mondiale per Club. Di seguito le sue parole raccolte da TuttoMercatoWeb.com.
Emotivamente ha già realizzato di essere l’allenatore dell’Inter?
“Lo avevo già fatto nelle giovanili. Arrivare qui è un senso grosso di responsabilità che voglio portare avanti, lo stesso che ho avuto quando sono venuto qui da giocatore. Sono ormai quasi 13 anni tranne una pausa che sono qui“.
Altri giocatori del Triplete le hanno scritto qualcosa?
“Abbiamo la chat storica che va avanti. Il gruppo va avanti tutt’ora e per tutta la vita. Mi ha fatto piacere vedere Maicon e tutti i messaggi. Ci sono state anche dediche speciali che rimangono private“.
Marotta ha parlato di senso di coraggio nella scelta, cosa significa?
“Il coraggio è di tutti, il presidente Marotta ha il senso di interismo. L’Inter è una delle squadre più forti d’Europa e lo dicono i risultati. Bisogna portare avanti il buono che è stato fatto, poi si può vincere o perdere. Conta il lavoro e portarlo avanti“.
Quanto conta fare bene questa competizione?
“Bisogna essere consapevoli che una squadra come l’Inter ha bisogno di questo atteggiamento e di queste ambizioni. L’asticella è stata alzata e bisogna continuare su questa strada per mantenere lì la squadra e la società“.
Come stai affrontando la situazione arrivando in corso d’opera?
“Questo è ciò che l’Inter che deve fare in una competizione del genere. Ci sono 32 squadre, è la prima volta e tutti vogliono fare bene. La competizione fa ancora parte della vecchia stagione ma siamo qui per fare del nostro meglio“.
Come riesci a prendere le decisioni in così poco tempo?
“Conosco la squadra e la società da tanto tempo, fin dalle giovanili. Per me non c’è problema, so delle qualità umane che ci sono nello spogliatoio. Quello che sto cercando di dire loro che la strada che hanno percorso è fantastica. Non devono dimenticarsi di tutto questo“.
Ci può raccontare i giorni che lo hanno portato all’Inter? Ha sentito Inzaghi?
“L’intenzione mia era di continuare al Parma, poi l’Inter ha chiesto di incontrarmi e io ho detto di chiamare l’ad del Parma Cherubini per senso di rispetto. Quando chiama l’Inter è motivo di orgoglio e di onore. Quello che è accaduto in quei giorni conta poco. Con Inzaghi ho sempre avuto un bel rapporto fina dall’under 19. L’avevo chiamato solo per fargli gli auguri quando ho saputo che non avrebbe più allenato l’Inter“.
Come si fa a ricaricare la squadra?
“Bisogna ripartire dal percorso che la squadra ha fatto. Non si può giudicare solo dall’aver alzato o meno i trofei. Non si deve perdere di vista il fatto che il dovere di una squadra e di un allenatore è dare sempre tutto. Per me non è una stagione fallimentare. Prima della finale si parlava di una squadra che aveva eliminato il Bayern Monaco e il Barcellona. Questo non va scordato. Il fallimento nel calcio non esiste. Esiste solo quando cominciamo a trovare scuse e alibi. In questi giorni stando con loro non mi è sembrato che i giocatori cerchino colpevoli“.
Ha già parlato di obiettivi con la squadra?
“La stagione non è finita e dobbiamo portare avanti il nome dell’Inter in giro per il mondo. Siamo qui per fare il nostro meglio e raggiungere qualcosa di importante“.
In Serie A troverà allenatori che hanno vinto tanto, è uno stimolo in più?
“Il mio pensiero ora è al Mondiale per Club e devo far tornare fiducia e autostima a questi ragazzi meravigliosi. Poi sul resto parleremo più avanti ed è giusto così“.
Cosa può dare Chivu all’Inter?
“Dal punto di vista umano tutto quello che ho. Il rispetto, la riconoscenza, il carattere. Questa maglia mi è rimasta dentro. Dal punto di vista professionale dovete decidere voi. Umanamente darò tutto quello che ho“.
Come si fa a far assorbire il trauma di Monaco? Mourinho ti ha scritto?
“Perdere una finale di Champions League fa male. Io mi ricordo che avevo avuto il pensiero di perderla la Champions. Ho detto ai ragazzi di non dimenticare il percorso. Una società e una squadra come l’Inter ha obbligo ad ambire a cose importanti. Bisogna avere rispetto per lo stemma e cosa rappresenta in giro per il mondo. Va tenuta alta l’asticella. Con Mourinho si ho parlato“.