Il tifo organizzato della Lazio ha indetto una manifestazione contro il presidente Claudio Lotito e la società, con cori che non hanno risparmiato nemmeno Angelo Fabiani. Il corteo pacifico è partito e ha percorso la Via dei Fori Imperiali fino a raggiungere il Campidoglio, dove si trovano circa 10mila sostenitori biancocelesti. Lo striscione che campeggia recita: “La politica ce lo ha messo, la politica lo deve togliere”.
Le parole da parte dei leader sono chiare e non lasciano spazio a interpretazioni, come raccolto da TMW: “C’è una delegazione al Campidoglio. Non abbiamo risposte che siano risolutive nell’immediato, il nostro compito è far valere il nostro ruolo e il nostro amore. Dobbiamo farci sentire con le istituzioni, sensibilizzarle, perché non possiamo più andare avanti. La gente ormai non scende più in piazza, noi oggi invece a metà luglio siamo qui fregandocene di tutto e tutti, per il nostro amore più grande. Da cittadini, da liberi tifosi abbiamo le armi per poterlo fare. La politica si deve schierare dopo aver messo questo personaggio. È un problema per cittadini ed elettori, se ne sono fregati fino ad adesso e ora non lo possono più fare. Oggi siamo qui, lungo la via gloriosa di questa città. Tanti anni fa ci festeggiavamo lo scudetto, oggi questa cosa ci viene preclusa. Questo personaggio va avanti per interessi personali, deve alzare i tacchi e andare via.
Pretendiamo una società che conti il tifoso come un valore aggiunto, non un’entità da combattere. Non c’è cosa più importante del rispetto dei tifosi. Questo non è un presidente, gestisce solo la società. Guardatevi intorno, questa è la Lazio. Oggi ci sono i laziali, c’è la Lazio. Ci sono persone anziane che sono qui, bambini che sono qui, noi siamo qui per loro, per i nostri tifosi. I ragazzi di vent’anni non hanno potuto vivere le cose che abbiamo vissuto noi, non sanno cosa vuol dire sognare. Per questo noi siamo qui: vogliamo sognare! Tredici mesi fa eravamo ventimila persone, oggi abbiamo tutti una grande responsabilità. Questa è la realtà, qui non c’è spazio per i vili. Ragazzi di vent’anni non hanno mai vissuto un 14 maggio del 2000, e se non ci pensiamo noi non lo faranno mai.
In venti anni abbiamo avuto una persona che ha amministrato la Lazio come un condominio, senza mettere un centesimo di tasca propria. Da tempo i presidenti investono, stanno in mezzo alla gente e non avevano la scorta perché erano laziali. Gli altri laziali ci criticano perché ci abboniamo. Il problema è loro, non il nostro. Questa manifestazione ha un senso, se non dovesse bastare ce ne sarà un’altra, sempre le stesse persone troveremo. Diecimila, quindicimila, ventimila, la prossima volta saremo trentamila. Chi ha sfidato i laziali ha sempre perso! Tutti noi facciamo dei sacrifici, senza Lazio non ci sappiamo stare. Inutile spiegarlo a chi non è come noi, noi ci nutriamo di Lazio da sempre, da quando siamo nati. Lo striscione è stato fatto per un motivo ben chiaro: saremo sempre una spina nel fianco per chi non ci vuole in questa città dal 1927.
Maledetti Laziali, siamo una maledizione per tutti. Siamo l’unica società in Italia e in Europa che non può fare mercato, ci hanno fatto fare una figura di merda, loro che decidono e amministrano. Non sono stati in grado nemmeno di pareggiare con il Lecce e i ragazzi non potranno nemmeno viaggiare per l’Europa. E chi dice ‘sticazzi’ perché ha visto lo Scudetto, non ha capito proprio niente. Il popolo laziale non è mai stato stupido, alcuni argomenti ci stanno a cuore particolarmente. Parlavamo del Flaminio quando ci dicevano che era un rudere. Quella è casa nostra, oggi viene usato come strumento di propaganda. La delegazione è salita sul Campidoglio per chiedere spiegazioni anche su questo”.