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Ogni anno gli incidenti stradali uccidono circa 1,2 milioni di persone in tutto il mondo, con un costo umano e sociale enorme. I danni del fenomeno non riguardano comunque solo quelli mortali, e nella maggior parte dei paesi le loro conseguenze costano circa il 3 per cento del prodotto interno lordo. Per questo da anni ci si interroga sulle politiche più efficaci per rendere sicure le strade e sul ruolo che potrebbero avere i veicoli che si guidano da soli nel ridurre gli incidenti.
I dati pubblicati da alcune delle principali società che sviluppano sistemi di guida autonoma, come Waymo di Alphabet (la holding che controlla Google), dimostrano infatti come i loro veicoli siano mediamente più sicuri di quelli guidati dalle persone in termini sia di minori incidenti sia di un numero molto più ridotto di decessi. I sistemi più evoluti sono però ancora molto costosi e questo, insieme a un certo pregiudizio verso queste tecnologie, potrebbe rallentare la diffusione delle automobili che si guidano da sole.
Waymo esiste da più di quindici anni e ha avuto alti e bassi nello sviluppo dei sistemi di guida autonoma, soprattutto dovuti ad alcuni cambi di programma e di investimenti da parte di Alphabet. Oggi può contare su una flotta di circa 2.500 veicoli, che vengono utilizzati nelle città statunitensi di San Francisco, Los Angeles, Phoenix, Austin e Atlanta come “robotaxi”, cioè taxi a guida autonoma: li si prenota con una app, si attende il loro arrivo e ci si fa portare a destinazione, senza che ci sia qualcuno al volante.
Di recente Waymo ha diffuso i dati su circa 160 milioni di chilometri percorsi dalle proprie auto, con una buona rilevanza statistica per poter fare qualche confronto tra la guida autonoma e quella classica con una persona al volante. Confrontando le due modalità sulle medesime strade, le auto di Waymo sono state coinvolte nel 91 per cento in meno di gravi incidenti stradali e nell’80 per cento in meno di incidenti che hanno portato al ferimento delle persone a bordo. In particolare, il tasso di incidenti agli incroci è stato del 96 per cento più basso, un dato molto significativo considerato che una parte importante degli incidenti più gravi e mortali avviane proprio agli incroci delle strade.
Le automobili di Waymo hanno anche avuto il 92 per cento in meno di incidenti con ferimento di pedoni e il 78 per cento in meno di incidenti con chi era su strada in bicicletta. Secondo la società, l’analisi dei dati mostra che i loro veicoli: «Riducono l’apertura degli airbag, i ferimenti e gli incidenti che di solito sono segnalati alla polizia rispetto alle auto guidate dalle persone, nelle città dove il servizio è attivo. Altri studi confermano questi risultati e portano prove sui benefici per la sicurezza derivanti dalla guida autonoma di Waymo».
Le auto di Waymo viaggiano su strade dove la maggior parte dei veicoli è guidata dalle persone, di conseguenza è inevitabile che ci siano lo stesso incidenti. Nella storia del servizio ci sono stati due incidenti mortali e uno con il ferimento grave di uno dei passeggeri, ma in tutti e tre i casi l’impatto era stato causato da una persona alla guida di un altro veicolo. Due di quegli incidenti erano dovuti a persone che hanno tamponato le auto di Waymo, in quel momento ferme. Il terzo era invece dovuto a un motociclista che aveva tamponato un’auto di Waymo, prima di essere colpito dall’autista di un’altra automobile.
Benché siano relativamente rari, gli incidenti di questo tipo alimentano i pregiudizi sui sistemi di guida autonoma e sono usati dai detrattori per sostenere che le auto che si guidano da sole siano imprevedibili e che si arrestino di colpo per strada, facendo aumentare la probabilità dei tamponamenti. In realtà se si guarda alle statistiche, i veicoli a guida autonoma sono coinvolti in meno tamponamenti, e nel caso di Waymo non è stato mai segnalato un caso di un’auto che ne abbia tamponata un’altra causando il ferimento delle persone a bordo. Questo senza contare che spesso le persone non segnalano i tamponamenti, per questioni assicurative, mentre negli Stati Uniti le società che sperimentano la guida autonoma devono sempre segnalare gli incidenti in cui vengono ferite delle persone, o nei quali si producono danni per più di mille dollari.
Commentando i dati di Waymo in un articolo di opinione sul New York Times, il medico Jonathan Slotkin che ha una società di investimenti nel settore sanitario, ha segnalato quanto questi indichino chiaramente la maggiore sicurezza della guida autonoma: «Nella ricerca medica, di solito si interrompe uno studio clinico precocemente quando i risultati sono troppo significativi per essere ignorati. Ci fermiamo quando c’è un danno inatteso. Ma ci fermiamo anche quando ci sono benefici oltre misura, cioè quando un trattamento funziona così bene da non essere etico continuare a dare agli altri un placebo (una sostanza che non fa nulla, ndr). Quando una terapia chiaramente funziona, cambi il modo di fare le cose».
La grande frammentazione dei sistemi e delle sperimentazioni in corso contribuisce a falsare la percezione sui progressi raggiunti dalla guida autonoma, sia in termini di praticità sia di sicurezza. Le auto di Waymo hanno tra i livelli di autonomia più alti (4 su 5) e possono quindi funzionare senza supervisione, cioè senza una persona pronta a intervenire al volante se qualcosa dovesse andare storto. Altri veicoli che vengono promossi come a guida autonoma hanno invece livelli di autonomia più basse, come le automobili di Tesla che richiedono la presenza di una persona al volante (livello di autonomia 2-3 su 5, a seconda dei casi).
Tesla, così come diversi produttori di automobili elettriche in Cina, sperimenta da tempo i propri sistemi di assistenza alla guida, che si basano per lo più sulle videocamere delle auto senza il ricorso a sensori più sofisticati come fa Waymo. Queste società hanno ottenuto risultati soddisfacenti e, soprattutto, hanno potuto sperimentare i loro sistemi sulle auto già vendute, offrendo livelli di autonomia parziali, che però permettevano di raccogliere molti dati sul comportamento delle auto in modo da addestrare meglio i sistemi di intelligenza artificiale che gestiscono la guida vera e propria.
In generale la sicurezza dei sistemi di Tesla è alta, ma la società non fornisce una quantità di dati paragonabile a quella finora diffusa da Waymo e ci sono quindi maggiori riserve. Elon Musk, il CEO di Tesla, promette da anni un’autonomia più elevata (almeno di livello 4), ma non ha ancora un sistema certificato per farlo né negli Stati Uniti né nell’Unione Europea. Per contro, la società produce direttamente i propri veicoli e li vende ai privati, cosa che per ora Waymo non fa a causa delle strumentazioni molto costose. Waymo inoltre non produce direttamente le automobili, ma modifica e attrezza veicoli già esistenti con un costo intorno ai 100mila dollari.
La maggiore sicurezza è comunque il punto su cui puntano di più le società che si occupano di guida autonoma per fare pressioni sui governi, in modo che modifichino le leggi e consentano la libera circolazione sulle strade dei loro veicoli. Negli Stati Uniti i principali provvedimenti in questo senso sono stati assunti a livello statale, specialmente in California per la presenza della Silicon Valley, dove sono stati sviluppati molti di questi sistemi. Nell’Unione Europea si sta lavorando a un’iniziativa per coordinare lo sviluppo tecnologico di questi sistemi, prevedendo standard e regole condivise tra gli stati membri per favorire la loro diffusione e la libera circolazione.
L’Italia ha recepito le normative europee più recenti e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti sta lavorando a regole nazionali per i test su strada e l’uso dei veicoli con livelli di autonomia più avanzati. Tra le sperimentazioni più recenti c’è quella di AutoMove, una navetta a guida autonoma che mette in collegamento alcune aree di Torino intorno al campus universitario Luigi Einaudi. La navetta può essere prenotata con un’applicazione e trasporta fino a 8 persone, con l’obiettivo di verificare nuovi sistemi di mobilità sostenibile nella città che per lungo tempo è stata famosa soprattutto per la sua industria dell’auto.

