Quasi tutte le auto sono bianche, nere o grigie

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Quasi tutte le auto sono bianche, nere o grigie

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Bianco, grigio o nero. La maggior parte delle persone che acquistano una nuova automobile in Europa si orienta ormai da anni su uno di questi colori, preferendoli a versioni più sgargianti della carrozzeria come giallo, verde, rosso o arancione. Il resto del mondo non si distingue comunque per automobili più colorate: il bianco viene scelto per un’automobile su tre. Con la preferenza per le tinte tenui e neutre c’entrano ovviamente l’offerta e i prezzi, ma anche le abitudini e forse alcuni degli oggetti che abbiamo di più tra le mani ogni giorno, come gli smartphone.

Con decine di produttori e aggiornamenti ai modelli praticamente ogni anno, tenere traccia dell’andamento delle preferenze dei colori delle auto non è semplice. I dati da incrociare sulle vendite sono molti e non sempre contengono dettagli a sufficienza per fare una classifica. Un modo per superare queste difficoltà consiste nel valutare la quantità di vernici che le aziende automobilistiche acquistano da chi le produce. L’azienda chimica tedesca BASF è tra i principali fornitori di vernici per le carrozzerie delle auto e ha di recente pubblicato un rapporto sui colori più usati nel 2024 e sul loro andamento rispetto all’anno precedente.

In tutto il mondo il colore d’auto più diffuso è il bianco (34%) seguito dal nero (22%) e dal grigio (17%). Il quarto colore più richiesto è l’argento (8%) seguito dal blu, mentre è pressoché marginale la diffusione di altri colori come il rosso, il verde e il giallo. Nell’ultimo anno la richiesta per automobili grigie è aumentata del 2%, mentre la richiesta di auto gialle e nere dell’1%. La domanda per il bianco è diminuita del 2%, confermando una lieve riduzione della diffusione del colore più popolare in assoluto.

(BASF)

Nelle Americhe dopo il bianco (29%) ci sono nero e grigio con lo stesso livello di diffusione (20%), mentre l’argento è un po’ più alto del dato globale (11%). La richiesta di giallo è pressoché inesistente. Nel settore Asia-Pacifico il bianco arriva al 38%, mentre il nero raggiunge il 24% seguito dal grigio al 15%. Giallo e verde sono entrambi al 2% e il blu è al 5%.

In Europa, Medio Oriente e Africa il colore di automobile più diffuso è il bianco (27%), seguito dal grigio (22%) e dal nero (20%). In generale i colori neutri hanno avuto un crescente successo: nel 2021 erano al 72%, mentre il 2024 si è concluso a quasi l’80%. Nell’ultimo anno ha avuto un certo successo il beige, che è arrivato al 2% e ha superato il giallo. In generale si è assistito a un lieve aumento di alcuni colori più vistosi, come il verde (3%), e a una riduzione del blu per quanto sia tra i primi cinque colori in circolazione.

Questa classifica è di solito un punto di riferimento importante per le analisi di mercato, ma va comunque presa con qualche cautela, anche a causa delle difficoltà nel valutarne gli andamenti. Il dato complessivo del bianco indica una ovvia preferenza, mentre percentuali più basse possono essere spiegate con le decisioni dei produttori di automobili soprattutto per quanto riguarda la scelta dei colori di serie per i loro modelli. Non influendo sul prezzo finale dell’automobile, i colori di serie sono scelti con maggiore frequenza dagli acquirenti, se non hanno particolari preferenze per la personalizzazione e vogliono risparmiare qualcosa.

La preferenza per il bianco è spesso dovuta non solo al minor costo della vernice, ma anche alla possibilità di avere un’automobile che riflette meglio i raggi solari e che quindi mantiene più fresco l’abitacolo (entro certi limiti). Ciò spiega il successo delle automobili con carrozzeria bianca in molti paesi asiatici e del Sudamerica, per esempio, dove per lunghi periodi dell’anno si raggiungono alte temperature. Sotto l’indicazione “bianco” ricadono inoltre molti tipi di colore diversi, che le aziende automobilistiche propongono come variazioni sul tema: dal “bianco ghiaccio” al “bianco perlato” fino al “bianco puro”.

In generale i colori neutri sono considerati più semplici da mantenere, e quindi utili per ridurre il deprezzamento della propria automobile. Il grigio maschera meglio la polvere e i graffi di piccola entità, mentre il nero è spesso più semplice da riparare nel caso di ammaccature e altri danni.

Per verniciare un’automobile di medie dimensioni oggi si usano tra i 3 e i 5 chilogrammi di vari tipi di vernici a seconda dei metodi produttivi: l’introduzione di robot e tecniche di spruzzatura ad alta efficienza hanno contribuito a ridurre sensibilmente i consumi. Per contenere i costi, l’orientamento dei principali produttori di automobili negli ultimi anni è stato di ridurre sensibilmente le opzioni di colore per le automobili. I colori neutri sono di solito affiancati da due o tre colori più particolari, o dalla possibilità di verniciare la carrozzeria con due colori diversi. Le vernici con colori più aggressivi, come verde acido o giallo fosforescente, sono spesso destinate ai veicoli elettrici per trasmettere una maggiore impressione di novità rispetto alle automobili con motore termico.

È comunque difficile ricondurre le preferenze e il successo di alcuni colori su altri a fattori specifici. Un’ipotesi che circola da qualche tempo è che alcuni dei prodotti che usiamo più spesso abbiano influenzato i nostri gusti, o almeno quelli dei progettisti delle automobili. Smartphone, tablet e computer hanno quasi sempre colori neutri e soprattutto i modelli di maggior successo, come gli iPhone, hanno avuto per lungo tempo una sola opzione di colore tra il nero e il grigio.

Ai produttori di automobili il grigio piace: è affidabile e dà sicurezza, perché ci sarà sempre qualcuno interessato ad acquistare un’automobile di quel colore. Per provare a cambiare le cose, e naturalmente farsi un po’ di pubblicità, un paio di anni fa Fiat annunciò che non avrebbe più offerto il grigio come opzione di colore per le proprie automobili. E lo fece in un modo alquanto spettacolare.

In una serie di video diffusi online e di spot in televisione, l’amministratore delegato di Fiat, Olivier François, disse: «Parliamo dell’Italia. E guardate: l’Italia è gioia, ottimismo, amore, passione, vita. E allora cosa c’entra il grigio? Nulla. Il mondo non ha bisogno di un’altra automobile grigia». Salì a bordo di una Fiat 600, poi sollevata da una gru e immersa in un’enorme vasca di vernice arancione. Da allora nei cataloghi Fiat non c’è più il grigio, anche se qualche colore come il “sabbia metallizzato” ci si avvicina abbastanza.

L’annuncio di Fiat sembrava essere all’esatto opposto di quello ben più celebre di Henry Ford, l’imprenditore statunitense che in un certo senso ha permesso più di un secolo dopo a François di avere un lavoro. Ford fu tra i fondatori agli inizi del Novecento dell’azienda automobilistica che porta il suo nome e, nel bene e nel male, è considerato l’ideatore dei sistemi per la produzione in serie e di massa delle automobili. Nella propria autobiografia scrisse di avere detto un giorno ai dirigenti della sua azienda che: «Qualsiasi cliente può avere un’auto del colore che preferisce, basta che sia nero».

Si riferiva alla Model T, che veniva prodotta nelle sue fabbriche e che sarebbe diventato il primo grande successo commerciale nella storia dell’auto. Quella frase divenne talmente famosa da diffondere l’idea che le Model T fossero esistite solo di colore nero, ma le cose in realtà andarono diversamente. Nei suoi primi anni di commercializzazione, tra il 1908 e il 1913, la Model T era disponibile in rosso, blu, verde e grigio, ma non in nero, nonostante Ford avesse dato la sua celebre indicazione ai dirigenti nel 1909.

(Hulton-Deutsch Collection/CORBIS/Corbis via Getty Images)

Solo nel 1914, grazie al superamento di alcune difficoltà tecniche, Ford iniziò a produrre le Model T nere. Un solo tipo di vernice semplificava la gestione dei fornitori che la vendevano a Ford, così come la vendita delle automobili ai clienti finali, che non avevano poi particolari problemi nel caso in cui dovessero rivenderla dopo qualche tempo. Non è chiaro se la vernice nera si asciugasse effettivamente più velocemente, accelerando i processi produttivi, ma di sicuro era più economica ed era sufficiente applicarne due strati per farla aderire alla carrozzeria.

All’epoca nella nascente industria delle automobili era comunque possibile personalizzare le auto con i propri colori preferiti. I primi modelli erano sostanzialmente carrozze cui ai cavalli erano stati sostituiti i motori a vapore, prima, e poi quelli a scoppio. Potevano quindi essere dipinte a seconda delle preferenze dei clienti, anche se la progressiva sostituzione del legno con il metallo rese più difficile la colorazione. Con l’introduzione delle catene di montaggio fu necessaria una semplificazione dei processi produttivi, con una riduzione delle opzioni disponibili per la personalizzazione.

L’avvento di vernici più adatte ai metalli tra la fine della Prima guerra mondiale e la metà degli anni Venti migliorò la possibilità di verniciare le carrozzerie con prodotti più resistenti, riducendo la quantità di strati da applicare. Erano lacche contenenti cellulosa trattata con acidi (nitrocellulosa) e divennero lo standard per buona parte del settore automobilistico fino agli anni Cinquanta. Furono poi sostituite da vernici via via meno inquinanti, fino a quelle odierne con sistemi a base d’acqua su cui viene applicato uno strato protettivo molto resistente, sia per ridurre il rischio di graffi sia per rendere le vernici più resistenti ai raggi solari.

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