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Chiunque abbia comprato uno smartphone negli ultimi anni avrà notato che è sempre più difficile trovarne di piccole dimensioni. Tra i modelli di iPhone attualmente in vendita sul sito di Apple, non ce n’è nemmeno uno sotto i 6 pollici (circa 15 cm in diagonale), cioè quasi il doppio del primo iPhone, presentato nel 2007, che aveva uno schermo da 3,5 pollici (8,9 centimetri).
Quella che potrebbe sembrare una congiura ai danni di chi ha le mani piccole è in realtà la conseguenza di un segnale che arriva sempre più chiaramente dal mercato: gli smartphone piccoli vendono poco, e per questo se ne producono sempre meno.
Anche quando le aziende del settore hanno proposto dispositivi piccoli, le loro vendite sono state deludenti e le hanno convinte a concentrarsi su altro. Apple ha puntato a lungo sugli smartphone di dimensioni contenute: in occasione dell’uscita di iPhone 5, nel 2012, realizzò una pubblicità che sottolineava come le dimensioni di quello schermo (da 4 pollici) fossero ideali, perché permettevano di usare il dispositivo con una sola mano.
Col passare degli anni, però, le preferenze del pubblico sono state chiare. L’iPhone 12, presentato nel 2020, era disponibile in quattro modelli: iPhone 12 base, iPhone 12 Pro, iPhone 12 Pro Max e iPhone Mini. Di questi, solo il Mini aveva uno schermo sotto i 6 pollici (precisamente 5,4) e i suoi risultati di vendita furono giudicati «penosi». L’anno successivo, Apple ci riprovò con iPhone 13 Mini, con esiti ancora peggiori. Da allora il modello Mini fu abbandonato e sostituito dal Plus, dotato di uno schermo molto più grande.
Lo stesso è avvenuto anche con altre aziende. Per alcuni anni, il modello di punta di Asus, Zenfone, si mantenne sotto i 6 pollici. Nel 2024, però, il nuovo Zenfone 11 fu messo in vendita con uno schermo da 6,78 pollici (poco meno di un iPhone 16 Pro Max, che arriva a 6,86). Da allora è diventato praticamente impossibile trovare un modello di punta con uno schermo sotto i 6 pollici, anche nel mercato Android.
Il gigantismo degli smartphone ha conseguenze anche sociali, dato che, mediamente, le donne hanno le mani più piccole degli uomini. La scrittrice Caroline Criado Perez, autrice del saggio Invisible Women, ha notato che «la maggior parte delle persone che progettano i telefoni sono uomini, che quindi li progettano per la dimensione delle mani maschili».
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A molte donne – o in generale chi ha le mani piccole – non rimane che comprare i modelli più piccoli, una scelta che però esclude buona parte dei prodotti migliori e più potenti. Come visto, infatti, spesso c’è una correlazione tra la dimensione degli schermi e la potenza del dispositivo. «Non voglio prenderne uno più piccolo perché non è potente altrettanto», ha spiegato Criado Perez.
Anche per questo si sono diffusi accessori appositi: bottoni da attaccare sul retro dello smartphone, anelli o elastici in cui infilare il dito, migliorando la presa. Secondo il Wall Street Journal, il loro utilizzo è consigliato anche dagli ortopedici, perché permettono di usare il telefono senza sforzare il polso e il pollice.
Per lo stesso motivo, le interfacce grafiche di molte applicazioni sono cambiate negli ultimi anni, spostando alcune barre e menù di navigazione dalla parte alta dello schermo a quella più bassa, per rendere possibile l’utilizzo con una sola mano.
Storicamente, erano i limiti tecnici a spingere verso dispositivi grandi. Uno schermo più grande comportava un dispositivo di dimensioni maggiori, e quindi più spazio per la batteria, i processori e gli obiettivi fotografici. Grazie al progresso tecnologico, però, oggi sarebbe possibile produrre uno smartphone di piccole dimensioni garantendo velocità e autonomia di batteria, come dimostrano i casi di iPhone Mini e Zenfone 9 e 10.
Eppure il pubblico non sembra interessato, anche a causa dei profondi cambiamenti nelle abitudini di utilizzo degli smartphone: con la diffusione dei social network, infatti, il tempo passato a usare il telefono è aumentato sensibilmente, favorendo l’utilizzo di schermi sempre più grandi, ottimi per guardare i sempre più diffusi contenuti video.
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All’epoca del lancio del primo iPhone, infine, lo smartphone era un dispositivo da accompagnamento ai personal computer. Oggi, invece, lo smartphone è il computer principale (se non l’unico) per moltissime persone, non solo le più giovani, ed è spesso accompagnato da altri dispositivi ancora più piccoli, come gli smartwatch.
Il risultato è stata la quasi scomparsa della categoria degli “smartphone piccoli”. O meglio, la sua trasformazione: basta osservare la lista dei migliori telefoni di piccole dimensioni scelti da siti specializzati come CNET o PCMag, per notare che molti di loro si aggirano attorno ai sei pollici, a conferma di quanto sia cambiata la percezione di quanto piccolo sia un telefono “piccolo”.
Non è chiaro se gli smartphone continueranno a ingrandirsi anche nel futuro, ed eventualmente fino a che punto. Recentemente alcune aziende, tra tutte Huawei, hanno presentato modelli pieghevoli (o tri-pieghevoli), in grado di estendersi oltre i 10 pollici (o 25 cm) quando sono aperti del tutto. Secondo alcune anticipazioni, Apple dovrebbe presentare un iPhone pieghevole entro il 2026, a conferma dell’interesse del settore per questa tecnologia.
A favorire la tendenza in corso potrebbe essere anche l’intelligenza artificiale. Nella maggior parte dei casi, infatti, le interazioni con un chatbot avvengono attraverso il cloud – e quindi al di fuori del dispositivo personale dell’utente – ma l’obiettivo di Apple è che iPhone possa gestirle localmente. Per riuscirci, però, i telefoni dovranno essere dotati di chip molto potenti, in grado di sostenere questo carico di lavoro, cosa che potrebbe favorire ulteriormente gli smartphone più grandi. A non aumentare, in ogni caso, saranno le dimensioni delle mani delle persone che li useranno.