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Nella trilogia del Signore degli Anelli, i Palantíri sono delle sfere magiche grazie alle quali è possibile comunicare a distanza con chiunque ne stia osservando una a sua volta. Sono rarissime ed estremamente resistenti: il loro nome significa “coloro che sorvegliano da lontano”. È a questi oggetti magici che si deve il nome di Palantir Technologies, una delle aziende più controverse del settore tecnologico, le cui azioni sono aumentate in valore di cinque volte nell’ultimo anno, portandone la valutazione complessiva a 380 miliardi di dollari.
Palantir è stata fondata nel 2003 ma solo recentemente ha fatto parlare di sé, soprattutto per i suoi legami con il governo e l’esercito statunitense, e le sue ambizioni di espansione, che riguardano anche l’Europa. Anche per questo, attorno all’azienda circolano sospetti e timori crescenti, anche se in pochi sanno cosa faccia veramente. Oggi Palantir viene citata sia che si parli di intelligenze artificiali sia di sicurezza nazionale o sorveglianza. Ufficialmente, però, non fa nulla di tutto questo: Palantir si occupa di analizzare dati e di produrre software in grado di integrarli, unendo informazioni provenienti da fonti diverse in un unico archivio.
A rendere l’azienda particolarmente ricca, potente e inquietante è il legame sempre più stretto che ha creato in pochi mesi con l’amministrazione di Donald Trump. Un legame confermato da Trump stesso, che lo scorso luglio, nel corso di un incontro pubblico sulle intelligenze artificiali, ha commentato: «compriamo un sacco di cose da Palantir».
I prodotti di punta di Palantir sono due software chiamati Foundry e Gotham, che sono pensati per clientele diverse. Foundry è rivolto soprattutto a imprese private e permette di usare grandi quantità di dati per gestire meglio le giacenze di magazzino, gli ordini e la produzione industriale. Gotham, invece, è destinato ad agenzie governative, forze dell’ordine ed eserciti, e permette di analizzare e incrociare dati provenienti da reparti diversi. Entrambi sono sempre più diffusi negli Stati Uniti e ormai anche in Europa.
Questi software sono stati progettati per essere utilizzati anche da chi non ha competenze informatiche e per funzionare con i programmi già in uso nelle aziende o nelle agenzie. Una delle applicazioni più apprezzate di Gotham e Foundry è appunto la possibilità di unire archivi di informazioni da fonti diverse, eliminando i cosiddetti “silos di dati”, le barriere tecnologiche che separano le informazioni raccolte da reparti diversi. Una volta unificati, i dati possono essere analizzati grazie alle tecnologie di Palantir, che usa potenti intelligenze artificiali per individuare pattern invisibili tra le informazioni raccolte.
Quando a marzo Trump ha firmato un ordine esecutivo per richiedere alle agenzie federali di condividere tra di loro le informazioni, al centro della decisione c’erano proprio le tecnologie di Palantir. Dietro a quella che è stata presentata come una campagna per l’efficienza informatica, però, sono stati segnalati grossi rischi: secondo alcuni parlamentari del Partito Democratico, infatti, l’amministrazione vuole usare i software di Palantir per ottimizzare la persecuzione di immigrati e dissidenti politici.
A tal proposito, lo scorso aprile la rivista Wired ha rivelato che l’ICE (l’agenzia statunitense per il controllo delle frontiere e dell’immigrazione) ha pagato Palantir 30 milioni di dollari per un software, detto “ImmigrationOS”, in grado di monitorare la presenza di immigrati irregolari e di selezionare quali espellere dagli Stati Uniti.
Una delle principali accuse rivolte all’azienda è proprio quella di usare i cosiddetti big data (l’analisi di enormi moli di dati), le AI e le tecnologie per la sorveglianza per predire i crimini e chi li compirà. Questo tipo di operazioni, svolte soprattutto usando il software Gotham, avvengono senza alcun tipo di trasparenza e tutela nei confronti delle persone coinvolte, che spesso vengono “flaggate” (cioè segnalate) dall’algoritmo sulla base del loro profilo etnico o religioso.
Negli scorsi mesi, Palantir ha stretto accordi con il Pentagono e il dipartimento della Sicurezza nazionale, e con agenzie come la Social Security Administration e l’Internal Revenue Service (che si occupano rispettivamente di pensioni e fisco), che useranno Foundry per velocizzare e ottimizzare i loro processi. Poche settimane fa, Palantir ha vinto anche un appalto decennale da dieci miliardi di dollari con l’esercito statunitense.
L’azienda ha sempre avuto un rapporto privilegiato con il settore militare e della sicurezza nazionale: tra i suoi primi investitori ci fu In-Q-Tel, la società di investimenti della CIA, mentre uno dei suoi fondatori è Peter Thiel, già cofondatore di PayPal e punto di riferimento di quella parte di settore tecnologico vicina a posizioni trumpiane. Thiel fu tra i primi sostenitori pubblici di Donald Trump, sin dal 2016, e ha una forte influenza su molti altri imprenditori e CEO, tra cui Elon Musk.
A favorire l’ascesa di Palantir è stato proprio il dipartimento per l’Efficienza del governo (DOGE in inglese) voluto da Musk e nato per ridurre gli sprechi nelle spese governative. DOGE ha cancellato molti dei contratti che legavano il governo statunitense ad alcune delle principali società di consulenza del mondo, come Accenture, Booz Allen e Deloitte, in favore proprio di Palantir, che ha potuto accumulare enorme influenza in poco tempo.
Invece di sostituirle del tutto, Palantir ha preferito continuare a collaborare con le società di consulenza escluse da DOGE, a patto che usino i software dell’azienda: lo scorso giugno Accenture ha presentato un progetto per la formazione di mille dipendenti all’utilizzo di Foundry e anche Deloitte ha sottoscritto un accordo simile.
La vicinanza tra DOGE e Palantir è dimostrata anche dal fatto che alcuni membri del dipartimento sono arrivati proprio da Palantir, senza contare che Musk e Thiel si conoscono da più di vent’anni, avendo fondato assieme PayPal alla fine degli anni Novanta.
Grazie a queste relazioni spesso personali, Palantir è potuta diventare «lo sviluppatore di software di riferimento del governo» statunitense, come l’ha definita Wired. Dalla sua quotazione in borsa, avvenuta nel 2020, il titolo dell’azienda è cresciuto di più del 1.500 per cento, raddoppiando a partire da gennaio di quest’anno.
L’azienda è attiva anche al di fuori degli Stati Uniti, sulla base di principi politici piuttosto chiari. Secondo il suo CEO Alex Karp, Palantir segue una «visione consistentemente pro-Occidente» e ha come obiettivo la difesa dello stile di vita occidentale, che Karp ha definito «superiore». Palantir, quindi, non fa affari con Cina, Russia o altre nazioni ritenute ostili all’Occidente: secondo Thiel, l’azienda tratta solo con governi «più allineati e meno corrotti», anche perché «con le nazioni corrotte, non si viene pagati».
Oltre che con gli Stati Uniti, Palantir collabora con aziende britanniche, olandesi, tedesche, francesi, indiane e svizzere, tra le altre, e con un limitato numero di governi e forze di polizia o militari, tra i quali quelli di Israele, Germania e Regno Unito.
Recentemente Palantir è stata fortemente criticata per la sua collaborazione con l’esercito israeliano (IDF) e per il suo ruolo nella guerra di Gaza. Secondo alcune ricostruzioni giornalistiche, Palantir avrebbe contribuito anche allo sviluppo di Gospel e Lavender, due controversi sistemi informatici che l’IDF usa per identificare gli obiettivi da colpire tra la popolazione palestinese. Palantir ha smentito sostenendo che queste tecnologie fossero in dotazione all’esercito israeliano da prima dell’inizio della loro collaborazione.
Un recente report di Francesca Albanese, giurista e relatrice speciale delle Nazioni Unite sui territori palestinesi occupati, ha accusato diverse aziende private di lucrare sulla distruzione di Gaza. Secondo Albanese, «vi sono ragionevoli motivi per ritenere che Palantir abbia fornito strumenti predittivi per l’attività di polizia, infrastrutture di difesa fondamentali per la costruzione e l’implementazione rapida e su larga scala di software militari» all’IDF.
Il software Gotham di Palantir viene utilizzato dalle forze di polizia di alcuni stati federati tedeschi (Baviera, Assia e Renania Settentrionale-Vestfalia), e in alcune contee nell’est dell’Inghilterra. In molti di questi casi ci sono state proteste e richieste di interrompere l’utilizzo del software dell’azienda, accusata di violare le norme vigenti sullo sfruttamento dei dati personali dei cittadini.
Nel 2023 inoltre, l’allora governo conservatore britannico firmò un accordo da 330 milioni di sterline con Palantir per la gestione dei dati nel National Health Service, il Servizio sanitario nazionale del Regno Unito, e la creazione di un nuovo archivio di dati. Il contratto fu criticato da molti attivisti e dall’associazione nazionale dei medici britannici per i legami dell’azienda con l’industria della sorveglianza militare. Secondo il Guardian, tra i dati sfruttati da Palantir ci sarebbero informazioni biomediche e mediche, dati provenienti dai social media, dalle geolocalizzazioni dei dispositivi personali, dalle schede SIM e dai droni di sorveglianza.
I legami tra Palantir e le forze di polizia statunitensi fanno discutere da ormai dieci anni: già nel 2017 il sito BuzzFeed News raccontò il travagliato rapporto tra l’azienda, all’epoca relativamente sconosciuta, e la polizia di New York, che era iniziato nel 2012. Quando la polizia decise di non rinnovare il contratto con Palantir in favore di un nuovo software sviluppato con IBM, Palantir fece il possibile per interferire e si rifiutò di consegnare una copia delle analisi dei dati effettuate sulla base delle informazioni fornite dal dipartimento di polizia.
Nonostante tutto, al netto dei molti contratti ottenuti in così poco tempo, c’è chi ritiene che il titolo in borsa di Palantir abbia un valore troppo alto, e sia trainato dall’entusiasmo nei confronti delle intelligenze artificiali, un settore di cui Palantir fa parte solo in modo tangenziale. Come ha scritto il Financial Times, «la crescita di Palantir è da sogno, la sua valutazione invece è pura fantasia».
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