Crisi bradisismica nei Campi Flegrei, le richieste dell’Assemblea popolare

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Crisi bradisismica nei Campi Flegrei, le richieste dell’Assemblea popolare
(disegno di Atti)

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato diffuso dall’Assemblea popolare di Bagnoli e dei Campi Flegrei relativo all’ultimo incontro con assessori e dirigenti del comune di Napoli. Al termine della riunione gli amministratori hanno garantito un intervento sui punti emersi e risposte precise entro il 14 maggio, data fissata da tempo per un incontro tra l’Assemblea e tutti gli assessori competenti sulla questione bradisismica (politiche sociali e urbanistica, oltre a quelli delegati alla protezione civile e alla polizia municipale)

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L’ASSEMBLEA POPOLARE INCONTRA IL COMUNE DI NAPOLI: RISPOSTE CHIARE PER GLI ABITANTI DI BAGNOLI E DEI CAMPI FLEGREI

Si è tenuto ieri, nella sede bagnolese della X Municipalità, un incontro sul tema della crisi bradisismica tra una delegazione dell’Assemblea popolare di Bagnoli e dei Campi Flegrei e alcuni rappresentanti delle istituzioni: la presidente del consiglio comunale Enza Amato, l’assessore alle politiche sociali Luca Trapanese, la dirigente del Servizio sicurezza abitativa Valeria Vannella e il presidente della municipalità Carmine Sangiovanni. Su richiesta degli abitanti del quartiere presenti, l’incontro si è svolto pubblicamente tra i banchi del parlamentino di via Acate, così che tutti (più di cinquanta persone) hanno potuto prendere atto della dialettica tra le richieste-rivendicazioni degli abitanti e le posizioni istituzionali. Pur mantenendo un approccio critico rispetto all’insufficienza delle azioni intraprese fino a questo momento, come Assemblea popolare abbiamo cercato di mantenere un atteggiamento propositivo e in particolare abbiamo individuato e sottoposto ai rappresentanti istituzionali alcuni punti che necessitano risposte immediate. Gli assessori si sono impegnati a dare risposte concrete a questi punti e a riferirle nell’ambito dell’incontro che si svolgerà il prossimo 14 maggio a palazzo San Giacomo.

Queste le rivendicazioni dell’assemblea:

1) Ristrutturazione dello sportello per i cittadini nella sede della municipalità di via Acate. Si richiede il dislocamento in loco, per otto ore al giorno, di professionalità organiche all’amministrazione comunale e non alla municipalità, professionalità capaci di dare risposte ai cittadini su tutta la vasta gamma di questioni sulle quali sono necessarie informazioni o interventi. È fondamentale un contatto diretto tra amministrazione e cittadinanza, senza che nessuno possa più nascondersi dietro ostacoli burocratici, rimpalli di responsabilità o formule del tipo “non è di nostra competenza”.

2) Garanzie sul destino delle persone ospiti delle strutture alberghiere e del centro comunale di Marechiaro allo scadere della proroga del 20 maggio. Ci aspettiamo da subito che il comune rassicuri pubblicamente i cittadini comunicando chiaramente che al 21 maggio nessuno tra gli sfollati verrà mandato in strada. In particolare è necessario pensare a tutti i meccanismi possibili che possano rendere efficace l’utilizzo del CAS per la ricerca di autonoma sistemazione per gli aventi diritto. In assenza di un piano che intervenga sulle garanzie richieste dai proprietari e sulla difficile ricerca di immobili disponibili, il termine del 20 maggio sarà destinato a essere oggetto di richiesta di ulteriori proroghe. Necessaria è inoltre una soluzione immediata per chi ha riscontrato problematiche burocratico-amministrative per l’accesso al CAS e al momento risulta ugualmente sfollato dalla propria abitazione.

3) Chiarezza nell’iter per l’accesso ai fondi relativi alla ristrutturazione degli edifici; proroga dei termini per la richiesta del sopralluogo propedeutico al rilascio della scheda AEDES; sospensione immediata, per chi sta effettuando gli interventi, del canone di occupazione di suolo pubblico.

4) Pubblicazione di una circolare che rassicuri i cittadini rispetto al fatto che chi non riuscirà, per ragioni logistiche (come la difficoltà a trovare ditte che possano intervenire in tempi così brevi) a portare a termine gli interventi prescritti entro i tempi indicati, non incorrerà nell’iter canonico “diffida-ordinanza-denuncia”.

5) Attivazione di un meccanismo burocratico che impedisca l’avvio di provvedimenti amministrativi e giudiziari a danni dei cittadini, nel momento in cui prescrizioni come il transennamento di una strada vengono violate da ignoti.

6) Attivazione di un meccanismo amministrativo che ripensi o ristrutturi i provvedimenti più contraddittori, ostativi persino agli interventi edilizi, emessi fino a questo momento (tra questi le diffide a utilizzare scale – ma non appartamenti – all’interno di edifici, o l’impraticabilità di appartamenti fatte salvo una o due stanze).

7) La chiara, pubblica e se necessario conflittuale rivendicazione da parte del comune di Napoli per un intervento governativo massiccio e immediato in termini di stanziamento di fondi per il miglioramento sismico di tutti gli edifici del quartiere, partendo dal presupposto della totale insufficienza delle risorse messe in campo con il recente decreto. Se l’organo di rappresentanza della cittadinanza intende davvero esserne supporto e alleato, così come sostenuto, è indispensabile che si faccia sentire per pretendere dal governo azioni che impediscano lo svuotamento del quartiere. È questo, infatti, il processo che già si sta innescando, presupposto decisivo per speculazioni che pianificano la graduale deportazione degli abitanti bagnolesi meno tutelati in quartieri più periferici e della provincia, a beneficio di altri settori sociali e di altri insostenibili modelli economici e di sviluppo, come quello turistico.

L’assemblea popolare continuerà ad incontrarsi nelle prossime settimane per proseguire l’attività di informazione, monitoraggio e mobilitazione, che durerà tutto il tempo necessario ed in particolare fin quando ogni singolo abitante sfollato dalla propria abitazione non rientrerà nella propria casa.

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